QUINTON di Colico

Alla “Quinton” parte la cassa integrazione

COLICO  Il ministero del lavoro dà il via libera all’apertura della cassa integrazione straordinaria per i 46 dipendenti dello stabilimento di Colico.

I sindacalisti Mauro Castelli della Fiom e Pierangelo Arnoldi della Fim hanno firmato a Roma l’avvio della cassa integrazione straordinaria che decorrerà dallo scorso 27 maggio e si protrarrà per i successivi due anni. «In realtà il secondo anno di cassa integrazione verrà concesso solo se alla fine dei 12 mesi almeno il 30% delle maestranze avrà trovato un nuovo lavoro», dicono i sindacalisti.

L’indennità economica concessa dall’azienda consiste in un sostegno al reddito mensile di circa 350 euro per 24 mesi, consentendo alle maestranze la garanzia di uno stipendio in linea con la busta paga di un metalmeccanico medio.

Lo stabilimento di Colico si sta così avviando a un graduale spegnimento. Infatti nonostante l’azienda sia già stata messa in liquidazione alcuni dipendenti, circa una decina, stanno ancora lavorando, per portare a termine le consegne e ultimare le ultime produzioni di freni a disco. L’azienda prevede di concludere le ultime attività entro un mese e mezzo, in coincidenza con la chiusura estiva. Poi, quello che ne sarà dello stabilimento Quinton non è ancora possibile saperlo: «Abbiamo interpellato la proprietà per sapere se ci fossero stati interessamenti su quell’area, ma pare che nessun imprenditore si sia ancora fatto avanti».

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Firmato Mercoledi 19/0 l’accordo alla Quinton

Si sono riaccese le linee produttive della Quinton Hazell di Colico, ma solo per poche settimane. Azienda e sindacato, hanno firmato l’accordo per la cessazione dell’attività industriale dell’impresa che produce freni a disco. In base all’accordo l’impresa aprirà a partire da giovedì 27 una procedura di cassa integrazione straordinaria di 12 mesi, con la possibilità di rinnovo di altri dodici mensilità se alla fine della prima annualità almeno il 30% delle maestranze avrà trovato una nuova occupazione. L’indennità economica concessa dall’azienda consiste in un sostegno al reddito mensile di circa 350 euro per 24 mesi, consentendo alle maestranze la garanzia di uno stipendio in linea con la busta paga di un metalmeccanico medio.

«All’inizio di giugno firmeremo l’accordo al Ministero del lavoro – spiega Mauro Castelli della Fiom Cgil – con la clausola che la seconda annualità di cassa integrazione verrà concessa se almeno 13 delle 64 maestranze della Quinton Hazell riusciranno in un anno a rientrare nel mercato del lavoro». Per favorire nuovi percorsi occupazionali i sindacati hanno già richiesto un incontro all’amministrazione provinciale. L’appuntamento con l’assessore al lavoro Fabio Dadati è fissato per lunedì 24, in quell’occasione si parlerà dell’apertura dell’unità di crisi per i dipendenti.

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Qualche piccola buona notizia sulla Quinton:

Il sindacato dei metalmeccanici – anche come risposta all’assessore Dadati – ricorda che grazie all’occupazione della fabbrica di Colico, la Quinton Hazell ha deciso di estendere la cassa integrazione ordinaria fino a giovedì 27. «Lunedì scorso, al tavolo dell’amministrazione provinciale l’azienda non aveva dato alcuna disponibilità a usare le settimane avanzate di cassa integrazione ordinaria – spiegano i sindacalisti Mauro Castelli della Fiom e Pierangelo Arnoldi della Fim –, aveva solo parlato della messa in liquidazione dell’azienda e della perdita di 46 posti di lavoro. Se non avessimo occupato la fabbrica i lavoratori non avrebbero più avuto alcuna tutela per tutto maggio. Sappiamo che le probabilità che l’azienda ci ripensi e scelga di continuare l’attività industriale sono scarsissime, ma almeno cercheremo di uscire da questa vicenda con una serie di garanzie economiche per le maestranze»

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La vertenza della Quinton e l’operazione di sciacallaggio della multinazionale “Klarius”:

Chiude la Quinton Hazzel di Colico, i 46 dipendenti dell’azienda metalmeccanica da lunedì 3 maggio stanno occupando la fabbrica in segno di protesta. Si sono barricati all’interno dei cancelli dello stabilimento per dire “no” a una decisione che viene dall’alto, dalla multinazionale inglese “Klarius” che ha acquisito lo scorso 3 febbraio il 100% delle quote dell’azienda dal gruppo Affinia.
Già nelle scorse settimane i vertici della Klarius avevano sostenuto l’intenzione di cessare l’attività allo stabilimento di Colico perché da cinque anni l’azienda chiude i bilanci in rosso, con un passivo di 2 milioni di euro registrato negli ultimi 2 anni.

La realtà dei fatti è pero ben diversa! La multinazionale Klarius, da sempre committente della Qinton, ha acquisito l’azienda di Colico appena in febbraio e  il motivo è semplice: siccome lo stabilimento ha contratti importanti con la cina, la multinazionale ha pensato bene di acquisirne il marchio per poi liquidare  lo stabilimento nostrano, escludendolo come intermediario nel commercio. Ora i signori padroni comprano direttamentre in cina, eliminando i costi che i 45 operai richiedono.

In concreto, i vertici della Quinton Hazzel hanno spiegato al sindacato che l’attività industriale cesserà entro la fine di maggio (quando scadranno anche i termini per la chiusura del bilancio 2009) e che per i 46 dipendenti non ci sarà più un posto di lavoro. Ma i sindacati non vogliono sentire ragioni, perché secondo loro la Quinton può continuare a lavorare: «Ci sono tutte le condizioni per garantire la continuità produttiva dello stabilimento di Colico», come spiegano Mauro Castelli della Fiom e Pierangelo Arnoldi della Fim. Già nel passato incontro tra le parti sociali (avvenuto una settimana fa) i due avevano chiesto all’azienda di attivare un percorso di cassa integrazione ordinaria che consentisse di superare l’attuale calo della domanda di dischi di freno per l’automotive. Nel frattempo, i 46 lavoratori della Quinton Hazell Italia che da lunedì mattina hanno occupato la fabbrica hanno ricevuto solidarietà dal sindaco Alfonso Curtoni, mentre sul social network Facebook è nato un gruppo che invita a sostenere la loro lotta

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