BADONI di Costamasnaga

Requiem per la Badoni

3 Luglio 2010. E’ finita come non volevamo assolutamente credere che potesse finire. E non lo volevamo credere perchè è assurdo che finisse così. La Badoni-Costameccanica è chiusa. Presto arriveranno i tir di Bonfanti a portarsi via le macchine, quelle macchine capaci di fare ingranaggi dentati enormi eppure precisi come rotelle di un orologio, quelle macchine comprate per due soldi nel 2003; le venderà, come preannunciato dal suo avvocato addirittura al Tg regionale di qualche mese fa, forse in Italia forse in Europa.

E tra qualche mese o tra qualche anno sui  40.000 metri quadri dove da più di un secolo si producevano progresso e dignità, sorgerà l’ennesimo centro commerciale, o il bel quartierino residenziale immerso nel verde per la borghesia bene della Brianza, quella Brianza che pare aver smarrito l’unica cosa che rendeva tollerabile il suo grigiore e la sua provincialità,  l’ingegno e l’orgoglio per un lavoro ben fatto.

Hanno perso tutti, ma proprio tutti; i lavoratori della Badoni che ora sono disoccupati, le loro famiglie, le generazioni  del futuro che avranno un’opportunità in meno di lavorare in quella che è stata la storia, il fiore all’occhiello, l’orgoglio di generazioni di lavoratori. Hanno perso le istituzioni, perchè non hanno e non possono avere gli strumenti per compiere il loro vero dovere:  far prevalere il bene di tutti sul profitto di uno solo. Ha perso il territorio intero!

Uno solo ha vinto, il Signor Padrone, che in questa vicenda si chiama Bonfanti ma ha avuto e avrà molti altri nomi. Ha fatto quello che ha voluto, quello che gli è convenuto fare. Comprare per poco e poi far fallire; poi vendere pezzo per pezzo per incrementare il capitale.

Però la sconfitta e la vittoria, si sa, sono categorie labili; chi può dire dove inizi davvero una e finisca l’altra? Le vittorie di Pirro o le vittorie referendarie di Marchionne insegnano qualcosa a riguardo. E gli sconfitti di questa storia sono in realtà i vincitori. Gli operai della Badoni sono vincitori davanti alla società e alla storia perchè hanno lottato con coraggio e hanno insegnato a tutti cosa significano orgoglio e dignità.

E noi li ringraziamo due volte, perchè ci hanno insegnato tutto questo e perchè ci hanno permesso di lottare assieme a loro.

Tutti gli altri, i padroni e i burocrati, li lasciamo alla polvere della storia.

M. Bellavita (Giovani Comunisti Lecco)

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“Badoni”: si punta ad un tavolo regionale

LECCO: Scadranno giovedì i 45 giorni utili alla sigla di un accordo tra sindacato e azienda per il futuro dei circa 30 dipendenti della Badoni Costa Meccanica. Al momento l’azienda ha dato la disponibilità al Ministero del Lavoro di procedere alla sigla di un accordo di cassa integrazione straordinaria per cessazione d’attività anziché avviare direttamente la mobilità.

Il sindacato sta in queste ore richiedendo un nuovo incontro al Ministero del Lavoro, nel tentativo di convincere l’azienda a non chiudere l’attività industriale di Costa Masnaga, nonostante l’azienda, nelle scorse settimane, non avesse dato segnali di ripensamento, neppure al tavolo ministeriale, svoltosi due settimane fa alla Prefettura di Lecco. Essendo improbabile che le parti sociali riescano a raggiungere un’intesa nei prossimi due giorni, non essendo stato calendarizzato alcun incontro per raggiungere l’accordo, la discussione si sposterà all’ufficio del lavoro della Regione Lombardia, dove le parti sociali dovranno cercare di raggiungere un accordo entro trenta giorni.

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Mercoledi 25 Maggio la risposta della proprietà alla proposta avanzata durante l’incontro di Giovedi 20 presso la prefettura.

Bonfanti annuncia di essere disposto  a ritirare la mobilità e ad avviare il percorso di cassa integrazione ma non per ristrutturazione, bensì per cessazione d’attività.

Nel frattempo si concludono in questi giorni i primi 45 giorni di mobilità.

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Novità dalla “Badoni”: oggi , Giovedi 20/05, alla presenza del  Prefetto di Lecco, del sottosegretario al Ministero del Lavoro, delle RSU della Badoni Costameccanica, dei Sindacati e dell’Avvocato del Sig. Bonfanti si è tenuta una riunione decisiva per il futuro della storica azienda e dei suoi lavoratori;

La proposta avanzata è stata quella di revoca della mobilità e dell’apertura di un periodo di un anno di CIG nel quale la fabbrica continuerebbe la produzione; nel frattempo si cercherebbe una soluzione per salvaguardare la continuità produttiva nello stabilimento di Costa.

Durante l’incontro i lavoratori della Badoni, assieme a molte persone venute a manifestare la loro solidarietà con la lotta degli operai, presidavano la Prefettura di Lecco.

La proprietà della Badoni Costameccanica ha 72 ore per decidere se accettare la proposta avanzata; Lunedi dovrebbe quindi essere il giorno decisivo per decidere il futuro dei 35 lavoratori e delle loro famiglie.

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Martedi 11/05 i lavoratori della Badoni ricevevano i sindaci di alcuni comuni della zona venuti a portare solidarietà alla loro lotta:

Dopo il concerto di sabato 8/05 per sensibilizzare l’opinione pubblica, martedi 11 mattina i sindaci di Casatenovo (Antonio Colombo), Bulciago (Egidia Beretta), Barzago (Mario Tentori), Cassago (Gian Mario Fragomeli) e Nibionno (Angelo Negri) si sono infatti presentati fuori dai cancelli della storica azienda per un incontro con sindacati e lavoratori e per esprimere solidarietà e preoccupazione per le sorti di questo importante tassello del tessuto industriale brianzolo.

Ad illustrare la situazione attuale dell’azienda ieri mattina sono intervenuti il segretario di Cgil-Fiom Mario Venini, che ha ripercorso le tappe della vicenda Badoni, e il sindaco di Costa Masnaga Umberto Bonacina che ha annunciato anche un imminente incontro tra la proprietà e i possibili compratori sempre presso la Prefettura di Lecco

Non sono mancate anche le critiche, soprattutto in merito al ruolo della Provincia che da metà aprile ha chiuso il tavolo di confronto istituzionale che coinvolgeva proprietà e cordata. “Questa crisi che sta pesantemente colpendo il territorio dev’essere affrontata in modi diversi da come viene affrontata, perché è evidente che se fabbriche come questa che possono lavorare epossono dare ancora un futuro ai lavoratori e alle loro famiglie e creare benessere sul territorio vengono chiuse in questo modo io non credo che il problema sia di 26 persone e del sindacato soltanto ma un problema delle istituzioni e di tutti” ha commentato Mario Venini. “L’atteggiamento della Provincia in questa vicenda non so come definirlo, ma senz’altro in modo non positivo. Invece di giocare il ruolo di ricerca delle condizioni migliori e di soluzioni la Provincia ha chiuso il tavolo con una lettera indirizzata a tutti e si è chiamata fuori. Da allora in poi noi non abbiamo più avuto la possibilità di unire la cordata a Bonfanti e abbiamo a questo punto cercato tavoli diversi. A questo proposito ringrazio il sindaco di Costa Masnaga che ci sta dando una grossa mano”.

Il sindaco Umberto Bonacina ha infatti confermato l’impegno per cercare di promuovere l’incontro tra Bonfanti e alcuni degli imprenditori disposti ad acquisire l’azienda presso il Prefetto: “Stiamo organizzando un incontro con il Prefetto, certo non è una situazione facile. Dall’altra parte della ferrovia, oltre i binari, c’è un’altra azienda in difficoltà. Dobbiamo cercare di mantenere il tessuto industriale del territorio, che ha 40-50 anni di storia, perché questa è l’età di questa azienda, salvaguardando la professionalità. L’atteggiamento assunto in questa vicenda dalla Provincia è inaccettabile, il suo impegno non può limitarsi a una convocazione formale delle parti sospendendo il tavolo al primo diniego di Bonfanti, la questione va trattata in modo molto diverso. Ho parlato con Giudici del Politecnico per sondare la disponibilità di almeno un paio di industriali della cordata a incontrare di persona Bonfanti. Se non sarà disposto a sedere al tavolo delle trattative valuteremo la situazione in sede di Pgt, il comune qualche potere ancora ce l’ha, soprattutto su un’area come questa in posizione strategica tra la ferrovia e la superstrada”.

Alcuni importanti appuntamenti quindi sono già stati fissati. Bisognerà attendere le prossime settimane che potrebbero essere cruciali per le sorti di questa storica azienda che da oltre 100 anni costituisce un patrimonio di conoscenze e professionalità per l’intero territorio.

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L’assessore provinciale al lavoro Fabio Dadati rilasciava un intervista pubblicata su “La Provincia di Lecco” il 10/05 scorso in cui accusava i Lavoratori della Quinton, della Badoni e i Sindacati, di promuovere forme di lotta come occupazioni o assemblee permanenti farsesche, irresponsabili e inconcludenti; ecco i testi della lettera di replica dei lavoratori della Badoni e dei Giovani Comunisti per il Partito della Rifondazione Comunista

Lettera all’assessore Fabio Dadati dei lavoratori della Badoni

Lettera all’assessore Fabio Dadati dei Giovani Comunisti

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Ultime notizie dalla Badoni Costameccanica:

E stato un successo il concerto organizzato dai dipendenti per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alla difficilissima situazione della Badoni-Costameccanica

Tante le persone presenti alla serata di sensibilizzazione tenutasi Sabato 8. Innanzitutto i dipendenti della Badoni, messi in mobilità dal 19 aprile scorso, ma anche il sindaco di Costa Masnaga Umberto Bonacina, il vice Bruno Anzani, il segretario di Fiom-Cgil Mario Venini e numerosi amministratori del territorio e rappresentanti delle forze politiche locali. Ma soprattutto tanta gente, tanti giovani che hanno deciso di aderire a questa serata dedicata all’importantissimo tema del lavoro, oggi più che mai in primo piano.

Un’iniziativa partecipata e che si preannuncia come la prima di quella che sarà una settimana ancora ricca di appuntamenti.
Questa sera presso il centro sociale di Costa Masnaga i lavoratori incontreranno Giancarlo Giudici, docente universitario presso il Politecnico di Milano che si è occupato di redigere per la cordata di compratori un piano industriale che prevedeva l’ingresso massiccio dell’azienda nel settore delle energie rinnovabili e dell’eolico. “Si tratta di un modo anche per noi per capire e constatare che la proposta messa sul tavolo dalla cordata era concreta e seria” hanno spiegato i lavoratori.
Martedì invece alcuni sindaci del circondario manifesteranno la loro solidarietà all’azienda, mentre è previsto per mercoledì o giovedì l’incontro con la proprietà promosso dal sindaco di Costa Masnaga Umberto Bonacina presso la Prefettura di Lecco. Venerdì infine l’incontro ufficiale dei dipendenti presso la sede sindacale.

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I lavoratori della Badoni presentano la loro vertenza:

Al fine di comprendere meglio la situazione in cui siamo coinvolti, riteniamo sia opportuno mettere in evidenza alcuni fatti che invece sembrano voler essere messi in secondo piano nel merito della discussione in atto tra le parti in tavola: ciò può essere utile per dare chiarezza alla caparbietà con la quale, quotidianamente, stiamo affrontando questa gravosa situazione.
Il signor Renato Bonfanti, attuale proprietario di Badoni Costameccanica, ha acquistato l’azienda, che ora vuole chiudere, dalla procedura fallimentare della società Costameccanica Spa.
Chi di noi era allora delegato sindacale, ancora ricorda le riunioni che si tenevano periodicamente a Lecco presso lo studio del dott. Felice Tavola (erano gli anni 2002/2003). Ricordiamo bene come egli si adoperò al fine di convincere noi lavoratori, allora invischiati in una realtà occupazionale incerta e fallimentare, della serietà e dell’onestà che diceva essere proprie dell’imprenditore interessato all’acquisto di Costameccanica Spa.
Lo stesso commissario liquidatore (il dott. Palmieri), si preoccupava di rassicurarci circa la bontà della proposta di acquisto.

Al termine delle trattative decidemmo quindi di avallare l’operazione di acquisizione: va sottolineato come il consenso da parte nostra fosse infatti vincolante ai fini della positiva conclusione del negoziato e, non di meno, il parere positivo di noi lavoratori fosse espressamente richiesto anche dal Commissario di Governo.
Riteniamo tutt’ora di avere preso, allora, una decisione ben ponderata: la nostra unica preoccupazione era infatti quella di dare continuità all’attività produttiva e di salvare il posto di lavoro (eravamo ormai fermi da oltre sei mesi…).
In seguito alla nostra manifestazione di assenso, tutto il patrimonio di Costameccanica Spa viene inizialmente concesso in subaffitto, per un periodo di due anni, al signor Bonfanti: ciò al fine di permettere un riavvio dell’attività produttiva che si dimostrasse efficace.

Poiché la procedura si può aprire solo se l’impresa è insolvente, così come accade per il fallimento, gli effetti sono in parte i medesimi: ad esempio, il commissario può esercitare le azioni revocatorie (purché il programma sia di cessione e non di ristrutturazione) e i creditori perdono l’esercizio delle azioni esecutive individuali.  Allo scadere di tale periodo di transizione, il patrimonio completo della ormai ex Costameccanica Spa, passa definitivamente nelle mani del nuovo proprietario.
Il temine patrimonio non è casuale.
E’ bene chiarire infatti ciò di cui stiamo parlando:

* un’area industriale di oltre 40.000 metri quadrati con una ulteriore volumetria edificatoria residua;
* capannoni industriali attrezzati per un totale di circa 4000 metri quadrati;
* un’attività industriale rinomata a livello mondiale con un imponente archivio tecnico ed un pacchetto clienti di rilevanza nazionale ed internazionale (quest’ultima voce è in effetti, tutt’oggi, assolutamente appetita anche da numerose altre aziende concorrenti).

Salvare e dare continuità alla produzione meccanica, a volte unica nel suo genere, che ha origine da questa azienda, è stato il faro che ha guidato le nostre azioni degli anni scorsi e che ci ha permesso di arrivare fino ad oggi. Le motivazioni che ci hanno supportato allora sono le stesse di questi giorni ma con in più il valore aggiunto dato dall’esperienza passata a consolidarle ed a fortificarle.
Ed è proprio in ragione di ciò che, a fronte di una situazione occupazionale totalmente differente rispetto alle vicende passate, sentiamo l’obbligo e la necessità di perseverare nell’opporci fermamente all’apertura della procedura di mobilità per noi lavoratori di Badoni Costameccanica ed alla conseguente liquidazione dell’azienda stessa.
Partendo da questi presupposti e fermo restando le concrete opportunità di stabilità occupazionale date da un’azienda come la nostra, in grado cioè di produrre in toto prodotti altamente qualificati e di comprovata qualità, è impossibile comprendere di fatto il comportamento tenuto dalla proprietà.
Il voler negare ad ogni costo la sopravvivenza di una realtà produttiva di rilevante importanza per tutto il territorio, lascia spazio al nascere di molteplici interrogativi, illazioni e congetture.

Tutto ciò ha origine nella decisione del signor Bonfanti di mettere in liquidazione l’azienda (una prima volta) nell’ottobre 2009. Tale scelta viene poi accantonata (si presume dopo un ripensamento da parte della proprietà) e successivamente riproposta nella seconda metà di gennaio 2010: questa volta lo fa in maniera definitiva e con la chiara e determinata volontà di cessare l’attività e di chiudere lo stabilimento.

In una situazione di questo genere, e salvo ulteriori ripensamenti da parte della proprietà, cosa resta da fare a noi lavoratori se non reagire in maniera categorica e perentoria, lottando ed opponendoci a tutto ciò con ogni mezzo a nostra disposizione?

Cosa ci resta da fare se non auspicare che si concretizzi, in una qualche maniera, quella continuità dell’attività produttiva dalla quale dipende la nostra unica opportunità di lavorare e quindi di vivere in maniera dignitosa?

Un gruppo di imprenditori, per altro già radicati nel territorio lecchese, chiede di poter rilevare l’attività produttiva che il signor Bonfanti ha deciso (in maniera del tutto arbitraria) di chiudere, affermando inoltre di riuscire a potenziarla garantendo l’ingresso in nuovi settori produttivi.

Tale proposta che rappresenta, evidentemente, un intralcio ai piani del signor Bonfanti, è per noi tutti al contrario una concreta speranza ed una opportunità insostituibile di riuscire a conservare il posto di lavoro.

Il gruppo di industriali così aspramente osteggiato dal signor Bonfanti chiede unicamente, prima di poter dire il “si” finale, di eseguire la consueta serie di accertamenti che rappresentano parte dell’iter consueto messo in atto in occasione di un procedimento di cessione aziendale (nessuno chiede di procedere ad un “esproprio proletario”…).

Lo stesso Renato Bonfanti ebbe la possibilità, a suo tempo, di svolgere i medesimi accertamenti nel momento in cui formulò la proposta di acquisto di Costameccanica Spa; tutto questo usufruendo, ed in ottemperanza, della (così chiamata) “legge Prodi”.

Tale legge applica una procedura concorsuale che mira, non a liquidare un’azienda, ma a recuperarne l’equilibrio economico e finanziario dopo un periodo di osservazione, al termine del quale il tribunale decide se le prospettive di risanamento siano o meno concrete (come è in effetti stato nel nostro caso).

Le verifiche che il gruppo di possibili acquirenti chiede di eseguire, hanno l’unico scopo di stabilire la congruità dell’affitto di attività richiesto dall’attuale proprietà, senza di fatto quindi toccare la proprietà dell’immobile che rimarrebbe del signor Bonfanti (chi di noi affitterebbe un appartamento senza nemmeno prima poterlo visionare?).

Garantire l’occupazione (soprattutto in un momento di crisi come quello attuale) e la prosecuzione di un’attività lavorativa che da decenni qualifica il territorio lecchese dovrebbero essere l’obiettivo principale, oltre che per i lavoratori e per le parti sociali, anche per un imprenditore che voglia definirsi tale.

A fronte di tutto ciò, noi lavoratori, con la coerenza che ci contraddistingue e che abbiamo sempre dimostrato in tutte le vicende già vissute, continueremo ad intraprendere tutte le iniziative necessarie al raggiungimento del nostro personale traguardo: poter lavorare per vivere con dignità la nostra vita.

I lavoratori della Badoni Costameccanica

2 pensieri su “BADONI di Costamasnaga

  1. Ho perso una parte della mia vita. Assunto come apprendista nel lontano 1969, ho vissuto tutte le fasi del GRANDE SVILUPPO e del LENTO PROGRESSIVO DECLINO, fino al vero collasso del nuovo secolo.
    Ho incontrato tanta brava gente…

    • il sentimento che proviamo in questi giorni è di una tristezza immensa per quello che tu e tutti i lavoratori hanno perso per sempre con la chiusura della Badoni; ma assieme alla tristezza proviamo anche una grande rabbia perchè quella che è stata commessa è un’ingiustizia sociale. E ci auguriamo che anche dalla tristezza tua e di molti altri nasca la stessa rabbia giusta e costruttiva e da questa rabbia nasca la voglia di lottare ancora.

      Saluti di Lotta

      Giovani Comunisti Lecco

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