LEUCI di Lecco

Lecco, 23/12/2013 Lettera di solidarietà alle lavoratrici e lavoratori della Leuci in lotta

Come cittadini, come lavoratori, come uomini e donne , come soggetti sociali:
Esprimiamo piena e convinta solidarietà individuale e di gruppo alle lavoratrici e ai lavoratori della Leuci che si trovano in questi giorni in una fase delicata della loro vertenza, dopo anni in lotta contro un imprenditore che si è dimostrato, e si sta dimostrando, non come un soggetto socialmente responsabile ma come un predatore insensibile e vorace che ha come unico obiettivo il perseguimento di una rendita speculativa della proprietà immobiliare da perseguire fin da subito, sapendo di poterla comunque realizzare in un futuro prossimo.
Segnaliamo negativamente in questa bramosia speculativa una volontà pervicace di distruggere il territorio e di incidere pesantemente sulla quotidianità di un tessuto sociale stremato, indifferenti al dolore e alle conseguenze umane di tanti lavoratori e delle loro famiglie.
Ribadiamo un apprezzamento molto positivo nei confronti dei lavoratori della leuci, che non si limitano a rivendicare le giuste e sacrosante tutele degli ammortizzatori sociali, ma lottano per un progetto, quello della “cittadella della luce”, basato sulla capacità di pensare al futuro della fabbrica e della valorizzazione produttiva e sostenibile del territorio, in connessione e in positivo rapporto con le istituzioni, i centri di ricerca e di innovazione tecnologica, offrendo in questa maniera un modello di collettivo operaio e di lavoro che è un esempio generale non solo di generosità e dignità ma di intelligenza, protagonismo e speranza.

Come cittadini, come lavoratori, come uomini e donne , come soggetti sociali:

Ci impegniamo e impegneremo personalmente, nelle organizzazioni e nei luoghi di lavoro in cui ci troviamo, ad operare a sostenere in questi giorni delicati la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della Leuci.
Ribadiamo la nostra convinzione che la lotta dei lavoratori della Leuci, nella cui possibilità non smettiamo di credere anche nel momento attuale, possa costituire un esempio per le lotte di tutte le altre lavoratrici e di tutti gli altri lavoratori del territorio lecchese oltre che per la società tutta.
Auspichiamo che l’amministrazione comunale di Lecco, all’interno del Pgt, sancisca senza artifici interpretativi la natura produttiva e industriale dell’area della Leuci. Oltre a questo, s’impegni a stimolare le forze del territorio affinché investano in autentici progetti di innovazione e ricerca. Prima tra tutte, il CNR e le risorse incamerate dalla vendita di Villa Monastero e vincolate a progetti di sviluppo

In questo momento così drammatico di dismissioni, favorite dall’assenza di proposte e dall’inerzia delle istituzioni locali e nazionali, e da una borghesia produttiva incapace di proporre soluzioni che favoriscano la ripresa occupazionale, valga quell’insegnamento di irriducibile speranza, oggi sempre più attuale, che risuona e vale per ciascuno di noi tutti, anche quando potremmo sentirci “assolti”, e di cui i lavoratori della Leuci sono stati e sono un perfetto esempio: “Chi Lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”.

Seguono firme di sottoscrizione a titolo personale o di gruppo:

RSU Tubettificio Europeo
RSU FIOM Lucchini
Tosi Giancarlo, delegato RSU FIOM Bessel-Candy
De Capitani Costantino, componente RSU FIOM Fomas
Crippa Michela, componente RSU FIOM Elemaster
Lovati Umberto, componente RSU FIOM Carcano
Ravasio Andrea, RSU ospedale FP Cgil
Curmà Mimma, RSU ospedale FP Cgil
ARCI, Comitato Provinciale Lecco
“Circolo Vittorio Arrigoni”, Lecco, Associazione Nazionale d’Amicizia Italia-Cuba
Partito della Rifondazione Comunista, Federazione di Lecco
Giovani Comunisti Lecco
Sinistra Ecologia e Libertà, Lecco
Qui Lecco Libera
Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni
Associazione LGBT Renzo e Lucio
FILCAMS – CGIL Lecco
SPI – CGIL Lecco
Associazione Italia – Nicaragua Lecco
Associazione “L’altra via”
Movimento Consumatori Lecco
Gruppo Ambiente e Partecipazione
Associazione Università del Monte di Brianza
Avagnina Enrico, commissione scuola ANPI Lecco
Magni Sandro, Consigliere Comunale Lecco, indipendente SEL-PRC
Nebuloni Marco, Consigliere Comunale Osnago, PRC
Laura Villa, Collettivo Studentesco Lecchese
Baruffaldi Caterina, Collettivo studentesco Lecchese
Magni Flavio, Venerdì sera sono (al) Libero
Magni Edoardo, venerdì sera sono (al) Libero
Lamberti Raffaella, Direttivo SPI Provinciale e Regionale
Conti Corrado, impiegato Provincia di Lecco
Bandinelli Giancarlo, segreteria regionale PRC
Sergio Brambilla, vice-sindaco Valgreghentino

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I padroni e i loro rappresentanti non possono risolvere i problemi esistenti perché sono essi stessi che li causano.
Tutto dipende dalla capacità di lotta e di organizzazione, ma sopratutto con un nuovo protagonismo operaio si possono salvare i posti di lavoro e dare un futuro alle nostre fabbriche.
”E’ da anni che noi lavoratori della Leuci abbiamo costruito un percorso non solo per scongiurare la perdita dei nostri posti di lavoro, ma anche per fornire alla comunità lecchese un esempio concreto di riconvenrsione innovativa e virtuosamente ecocompatibile.” Oggi ci sono le condizioni per poterlo fare.

tratto da http://www.lecconotizie.com
Leuci: ora spazio ai progetti per il rilancio dell’area

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LECCO – Mercoledì 31 luglio, presso la sede della Provincia di Lecco, si è tenuta una riunione promossa dall’Assessore al Lavoro Antonio Conrater, d’intesa con l’Assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive del Comune di Lecco Armando Volontè, per aggiornare gli imprenditori interessati a insediarsi nell’area Leuci rispetto alle ultime importanti novità per la concreta attuazione del progetto di reindustrializzazione dell’area, oggetto negli ultimi anni di una progressiva dismissione.

Il passo in avanti di maggior rilievo nell’attuazione del progetto è avvenuto il 22 luglio scorso, quando Giuseppe Conte della Leuci S.p.a. ha affidato a un professionista, il geometra Giovanni Battista Spada dello Studio Tecnico Ponzone, Spada & Maggioni di Merate, l’incarico di verificare gli interessi degli imprenditori interessati a prendere in affitto o acquistare parte dell’area Leuci per dar corso ai loro piani di sviluppo industriale.

In occasione dell’incontro in Provincia gli imprenditori hanno potuto prendere i primi contatti con il professionista e confrontarsi con i principali referenti della cabina di regia territoriale che sta lavorando all’attuazione del progetto, composta da Provincia di Lecco, Comune di Lecco, sede territoriale di Lecco di Regione Lombardia, Camera di Commercio di Lecco, Confindustria Lecco, Organizzazioni sindacali dei lavoratori e Politecnico di Milano – sede di Lecco.

Gli imprenditori hanno sottolineato l’importanza che i loro piani aziendali di sviluppo possano anche essere ricollegati al progetto della Città della Luce e dell’Energia, a suo tempo sviluppato con il contributo del Politecnico di Milano. Tutti i presenti hanno rimarcato l’importanza del fattore tempo per la realizzazione del progetto, con l’auspicio di concludere le attività entro i prossimi due mesi.

L’obiettivo finale è quello di formalizzare un accordo di programma o un contratto di recupero produttivo sulla scorta di altre positive esperienze di reindustrializzazione, come quella delle Cartiere Paolo Pigna S.p.a. di Alzano Lombardo (Bergamo).

“Il coinvolgimento diretto della proprietà nel progetto Leuci – commenta l’Assessore Conrater – è un primo risultato concreto che ci conforta a continuare lungo la strada intrapresa”.

“Siamo a uno snodo importante del percorso del progetto Città della Luce e dell’Energia – aggiunge l’Assessore Volontè – Il gioco di squadra è stato vincente: grazie all’impegno di tutte i soggetti coinvolti è stato raggiunto un importante obiettivo, che allo stesso tempo rappresenta l’inizio di una sfida difficile. Il progetto, emblematico per tutto il territorio, potrà in parte rispondere alla domanda se Lecco può governare la trasformazione del manifatturiero in industria della conoscenza e se l’Università e il CNR possono svolgere il ruolo di fabbrica delle fabbriche”.

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Leuci: accordo raggiunto! la fabbrica non chiude

“C’e un misto di emozioni che non si vivono in un ora d assemblea, ma si vivono quotidianamente al presidio dei lavoratori.!!
È stato un accordo molto difficile e sofferto.Un accordo importante raggiunto grazie alla determinazione dei lavoratori e dalle lavoratrici nel portare avanti una mobilitazione così lunga e faticosa.
Gli operai l hanno portata avanti con grande dignità, coerenza e tenacia: semplicemente presidiano il proprio posto di lavoro, con la determinazione di chi ha passato una vita a lavorare.
Non è questo voto che cambierà il loro atteggiamento, il presidio e la loro lotta proseguiranno per far rispettare gli accordi sottoscritti, e non se ne andranno finché il loro progetto ( cittadella della luce) non diventa realtà.”

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dal sito Lecconotizie.com, di A. Brivio

LECCO – E’ fatta: i lavoratori Leuci hanno detto sì all’accordo abbozzato lunedì all’Unione Industriali tra sindacati e vertici dell’azienda.Il parere positivo dei dipendenti è arrivato martedì pomeriggio, nell’assemblea organizzata appositamente per discutere della proposta messa a punto nel confronto tra le parti.

“Le condizioni generali per chiudere l’accordo ci sono” confermano i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil che domani torneranno in Confindustria per siglarlo.

E’ scampata, quindi, l’incombente chiusura della storica fabbrica lecchese che il 31 marzo avrebbe chiuso i battenti; in quella data dovrebbe partire il contratto di solidarietà che, come stabilito negli accordi, avrà la durata di 9 mesi permettendo ai lavoratori di arrivare alla fine dell’anno; nel frattempo l’auspicio è che possa partire il progetto di rilancio aziendale.

Un’obbiettivo centrato per i dipendenti e per i loro rappresentati che tanto si prodigati in questi mesi per far valere le proprie ragioni, tendendo alta su di loro l’attenzione della città.

“Ricordiamo che l’azienda ha da sempre riferito che non ci sarebbe stata resurrezione, vista la vicinanza con la Pasqua, ma solo la morte a fine marzo – spiega dalla Rsu,Germano Bosisio – Essere riusciti a strappare altri 9 mesi di vita al sito produttivo non è di poco conto. Su questo dobbiamo riconoscere anche il lavoro svolto in queste settimane anche dagli assessori Armando Volonté e Antonio Conrater”.

Gli assessori di Comune e Provincia avrebbero infatti operato per trovare imprenditori interessati al rilancio della fabbrica, in attuazione anche del progetto di Cittadella della Luce sostenuto dalle istituzioni locali, dal Politecnico e dagli stessi lavoratori.

Da parte di questi ultimi, per ora, nessun trionfalismo: “Saremo soddisfatti al 100% quando vedremo risultati concreti sulla ‘Cittadella’ – prosegue Bosisio – Quindi, con i posti di lavoro salvi e con dinnanzi una prospettiva di riconversione della fabbrica”.

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NON SI PUO’ E NON SI DEVE LASCIARE CHIUDERE LA LEUCI, SAREBBE UN DELITTO SOCIALE !!!!!
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Anche e soprattutto a Lecco ed in provincia la crisi sta assumendo sempre più contorni allarmanti.
5000 posti di lavoro persi negli ultimi 4 anni disegnano un quadro sociale drammatico.

In questo contesto la “questione Leuci”, a detta di molti, può e deve rappresentare un esempio per l’intero Territorio di non rassegnazione e di rilancio verso un manifatturiero innovativo virtuoso.
Noi lavoratori e sindacato stiamo da anni costruendo “dal basso” quella che è ormai più che un’ipotesi di riconversione integrata possibile, ma una vera e propria sfida a tutte le forze vive del Territorio per, qui ed ora, tradurre in pratica le roboanti parole di molteplici convegni e dibattiti pubblici a base di innovazione e ricerca, green economy, manifatturiero ecocompatibile e quant’altro.
Con un lavoro sinergico con Istituzioni locali, Università, Imprenditori innovativi e forze vive della società civile e politica si è costruito un percorso concreto con progetti pagati dalla collettività, interlocuzioni reali imprenditoriali ed un rinnovato ruolo attivo delle Istituzioni. Tutto questo rischia assurdamente d’infrangersi contro il muro della proprietà attuale Leuci, rappresentata dal patron di Relco Group Giuliano Pisati che ambiguamente si dice pronto “ad assecondare” un piano di riconversione integrata aprendosi ad imprenditori innovativi ma, nel contempo, non si vuole assumere nessun costo conseguente riconfermando la chiusura del sito di Lecco per il 31 marzo.
Quasi che lui voglia semplicemente stare alla finestra, come se fosse “terzo” alla questione.
In particolare basterebbe la concessione di un altro anno di ammortizzatori sociali (contratto di solidarietà) per consentire di completare il percorso progettuale e finanziario e per iniziare ad implementare qualche prima ipotesi di produzioni innovative nel campo del risparmio energetico e delle risorse rinnovabili.
Una grandissima opportunità, col suo significativo carico d’esempio e di “modello” manifatturiero virtuoso per tante altre attività del Territorio, rischierebbe così di essere “ buttata alle ortiche”.
Sta qui il vero “scandalo” sociale : in un quadro complessivo drammatico si sprecherebbe un’occasione importantissima che potrebbe peraltro orientare il nostro tradizionale settore manifatturiero territoriale verso scelte concrete di riqualificazione futuribile.

Per questo chiediamo a tutti di fare uno sforzo “straordinario”, anche se il Lavoro “ordinariamente” dovrebbe stare in cima alle priorità di ogni “attore sociale”, come peraltro sbandierato anche nella recente tornata elettorale.
In particolare alle Istituzioni locali, che si stanno effettivamente impegnando da tempo, chiediamo di accelerare il più possibile il percorso concreto intrapreso e di svolgere un coerente pressing sulla proprietà perché si trovi un’adeguata soluzione che, in un quadro complessivo, metta al primo posto il mantenimento ed il rilancio futuro dei posti di lavoro.
All’Unione Industriali chiediamo pressantemente di svolgere un ruolo attivo e non di puro accompagnamento : la responsabilità sociale di indicare e praticare soluzioni percorribili, a partire dalla “questione Leuci”, per una imprenditoria innovativa non può essere relegata alle “rappresentazioni nei convegni”.
Ai media, che da sempre ci sono vicini, chiediamo di non mettere in scena solo gli aspetti “pietistici”, pur ovviamente presenti, della serie “poveri operai in via d’estinzione” ma, come già alcuni di loro fanno, evidenziare al massimo il valore paradigmatico della nostra lotta e la grande opportunità che si è costruita, che se non colta rappresenterebbe un vero e proprio “delitto sociale”.
Ai cittadini ed alle forze vive della società civile e della politica chiediamo di essere al nostro fianco perché la questione del lavoro, significando la dignità umana d’ognuno di noi, non può non riguardarci tutti.

NOI NON CI RASSEGNIAMO, C’INVENTEREMO DI TUTTO !
I LAVORATORI DELLA LEUCI LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI

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406747_4658964403946_1685001923_nIMPORTANTE: presidio dei lavoratori Leuci , le cui lotte paradigmatiche per l’intero Territorio conoscono ormai tutti, presso l’unione Industriali in via Caprera a Lecco, venerdì 1 Marzo dalle ore 15.
Questa ennesima fase di trattativa risulta per veramente importante agli effetti di scongiurare una imminente chiusura della fabbrica.

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da Lecconotizie.com
Leuci: nessun accordo con l’azienda, incognita sugli ammortizzatori

di A.b.
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LECCO – Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro che si è tenuto nel pomeriggio di lunedì tra sindaci e vertici della Leuci, rinviato di qualche giorno rispetto al primo appuntamento fissato per lo scorso giovedì e che avrebbe dovuto decidere sul futuro dei lavoratori della storica fabbrica lecchese: sul tavolo c’era la proposta di un contratto di solidarietà della durata di un anno, avanzata dai rappresentanti dei lavoratori, mentre l’azienda avrebbe proposto quattro mesi di cassa integrazione straordinaria.

“Abbiamo insistito sul contratto di solidarietà correlato al progetto di cui si è parlato in sede provinciale – di rinascita dell’azienda attraverso la realizzazione della Cittadella della Luce – abbiamo ritenuto assolutamente insufficiente la loro proposta di un periodo di cassa integrazione proprio perché controproducente rispetto a quel progetto” ha spiegato il segretario generale di Filctem Cgil, Lorena Panzeri.

L’azienda non avrebbe cambiato idea rispetto alla chiusa della fabbrica a fine marzo.

Il prossimo incontro è fissato tra una decina di giorni e l’auspicio dei sindacati è che presto si possa giungere ad un accordo sugli ammortizzatori sociali.
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GIOVEDI’ 17 GENNAIO ORE 14.00 PRESIDIO PRESSO L UNIONE INDUSTRIALI DI LECCO IN VIA CAPRERA!!
INVITIAMO I CITTADINI A SOSTENERE LA DURA LOTTA DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DELLA LEUCI, PER EVITARE LA CHIUSURA DELL ULTIMA STORICA FABBRICA DELLA CITTA’ DI LECCO!!
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I lavoratori Leuci affermano che: “Solo in presenza di segnali concreti di impegno e tenuta occupazionale, fermeremo la nostra lotta!
UNA COSA E’ CERTA : NESSUNO S’ILLUDA CHE TUTTO QUESTO SI SCIOLGA IN UNA SPECIE DI NEBBIA INFORME CHE TUTTO COPRE, SOPISCE E RENDE NEUTRE ED INDEFINITE LE RESPONSABILITA’. LA NOSTRA NON E’ UNA LOTTA DI PURA ED ARCAICA TESTIMONIANZA : E’ UN PERCORSO SERIO E CONCRETO, CON PROGETTI A TAPPE, ATTUABILI E PERCORRIBILI SOLO CHE LO SI VOGLIA”.
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IL LAVORO..MOBILITA!..fino a Buccinasco


report e foto da un compagno dei Giovani Comunisti:
Ieri mattina i lavoratori della Leuci hanno fatto un presidio a Buccinasco, davanti alla sede principale dell’azienda, per far capire a Pisati che loro non hanno paura dei suoi attacchi e sono disposti anche ad andare a rompergli le scatole a “casa” sua!
La lotta dei lavoratori Leuci continua e non si fermerà neanche durante i giorni di vacanze, continuo a richiamare il loro invito: quando passate li davanti portate il vostro saluto perchè per una lotta concreta c’è bisogno di tutti!!
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Sostieni concretamente i lavoratori LEUCI:mail bombing!!

CONDIVIDIAMO L’APPELLO DEI LAVORATORI E DELLA LAVORATRICI LEUCI, RIVOLTO A TUTTI I CITTADINI DI LECCO CHE SOSTENGONO LA LORO BATTAGLIA, IN DIFESA DEL LAVORO E DELLA DIGNITA’. giu le mani dalla leuci manifesto

Partecipa alla MAIL BOMBING, per sostenere concretamente la loro lotta, perchè i lavoratori, non permetteranno al predatore di svuotare la fabbrica, cancellare un secolo di storia scritta sulla pelle degli operai.

Non solo nella difesa dei posti di lavoro ma anche nel non lasciar spegnere una prospettiva concreta di riconversione innovativa ed ecocompatibile che rappresenterebbe un vero e proprio segnale per tutto il territorio.

Si tratta semplicemente di inviare un breve testo al datore di lavoro Giuliano Pisati ( vedi indirizzo mail ) ed in CC ( per conoscenza ) anche all’altro indirizzo sottoindicato dove raccoglieremo le adesioni.
IN QUESTO MODO (scegliere una o più di queste frasi):

A : giuliano.pisati@relcogroup.it
CC : laleucinonmolla@gmail.com

– NON PUO’ SPEGNERE IL FUTURO ALLA LEUCI
– ALLA LEUCI, IL PROGETTO DI UN INTERO TERRITORIO NON DEVE ESSERE AZZERATO
– NON DICA NO ALLA RICONVERSIONE DELLA LEUCI
– STA E LEI QUALIFICARSI COME VERO IMPRENDITORE O SPECULATORE DI MARCHI E DI AREE IMMOBILIARI
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ALTRA GRANDE GIORNATA DI MOBILITAZIONE fuori dai cancelli della Leuci: i lavoratori hanno bloccato per ore, con tenacia e forza, un camion che in modo ingannevole cercava di portare all’esterno della fabbrica dei macchinari; anche oggi è stato mostrato che non Lecco_-_blocco_cancelli_leuci_-_foto_3abbassare la testa di fronte al profitto e agli speculatori E’ POSSIBILE!!..per il diritto al lavoro e la sua dignità, oltre che per una prospettiva concreta di riconversione innovativa ed ecocompatibile che rappresenterebbe un vero e proprio segnale per tutto il territorio!

SOSTENIAMO LA LORO BATTAGLIA: con la MAIL BOMBING (www.gclecco.wordpress.com), con la presenza ai cancelli e il sostegno continuo, attraverso partecipazione e costruzione del conflitto dal basso.
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COMUNICATO STAMPA RSU E LAVORATORI LEUCI

IERI 4 DICEMBRE DURANTE IL NOSTRO PRESIDIO PERMANENTE, TUTTI I LAVORATORI PRESENTI, AVENDO NOTATO MOVIMENTI STRANI, SI SONO DOVUTI INTERPORRE AL DISTACCO DELLA TENSIONE ELETTRICA DELLA FABBRICA.
VISTO CHE DA QUALCHE MESE (AGOSTO) IL DIRETTORE DI PRODUZIONE CI AVEVA DATO COMUNICAZIONE RIGUARDO UN CONTENZIOSO COL GESTORE DELL’ENERGIA, IL NOSTRO DATORE DI LAVORO GIULIANO PISATI DEL GRUPPO RELCO DI BUCCINASCO, AVREBBE AVUTO TUTTO IL TEMPO DI RISOLVERE LA FACCENDA, I CUI TERMINI NON CI COMPETONO.
QUINDI SE PISATI NON EVITERA’ IL DISTACCO E NON CI GARANTIRA’ LA CONTINUITA’ ELETTRICA, VUOL PROPRIO DIRE CHE NON GLI INTERESSA NULLA NE DELLA LEUCI, NE SOPRATTUTTO DEI LAVORATORI.
ALTRO CHE DIRE SUI GIORNALI CHE LUI SI PREOCCUPA DELLA LORO RICOLLOCAZIONE !
NON SI PUO’ GIOCARE CON LA VITA DI 100 FAMIGLIE !
SAREBBE LA CONFERMA DI QUELLO CHE DA TEMPO E DA PIU’ PARTI SI STA DICENDO CIRCA UNO SVUOTAMENTO GRADUALE PREORDINATO DELL’AREA A SCOPO SPECULATIVO.
E’ STATO CHIESTO L’INTERVENTO DEL PREFETTO PER RISOLVERE QUESTA GRAVE ED ANOMALA SITUAZIONE CERCANDO COSI’ DI PREVENIRE UN INNALZAMENTO ULTERIORE DI TENSIONE, SEMPRE POSSIBILE IN CONDIZIONI SIMILI.
CHIEDIAMO COMUNQUE IL FATTIVO CONTRIBUTO DI TUTTI COLORO CHE POSSONO SVOLGERE UN RUOLO ATTIVO ANCHE IN QUESTA DELICATISSIMA VICENDA.
PROGETTI E PERCORSI CONCRETI DELLA COSIDDETTA GREEN ECONOMY, COSTRUITI SINERGICAMENTE DA LAVORATORI, SINDACATI, ISTITUZIONI E VARIE REALTA’ TERRITORIALI, NON POSSONO ESSERE PRETESTUOSAMENTE VANIFICATI.

LECCO, O5/12/12
RSU E LAVORATORI DELLA LEUCI FULC
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da Lecconotizie.com
I lavoratori Leuci non mollano e danno la “sveglia” a Pisati

LECCO – Al 31 marzo 2013 la Leuci dovrebbe chiudere definitivamente i cancelli. I 90 lavoratori non ci stanno e lo dicono in modo chiaro: “La parola rassegnazione l’abbiamo depennata da tempo dal nostro vocabolario” fa sapere Germano Bosisio rappresentate Rsu.

Da due mesi all’esterno del’azienda di via XI Febbraio è stato attivato un blocco presidio. “Siamo qui – spiega lo stesso Bosisio – perchè dopo tre richieste di vendita di macchinari da parte del nostro imprenditore (Giuliano Pisati, ndr) che li riteneva non strategici abbiamo acconsentito, chiedendo però garanzie precise affinchè una quota dell’incasso venisse investita per il potenziamento di altre linee. Risultato, nonostante le promesse non è stato speso nemmeno un euro…”.

Ma i lavoratori Leuci non stanno solamente facendo braccio di ferro con l’azienda per difendere il proprio posto di lavoro, ma stanno cercando di preservare sul territorio lecchese una realtà produttiva.”E’ da anni che noi lavoratori della Leuci- spiega Bosisio -in sinergia con istituzioni, politecnico, e le realtà sociali del territorio abbiamo costruito un percorso non solo per scongiurare la perdita dei nostri posti di lavoro, ma anche per fornire alla comunità lecchese un esempio concreto di riconvenrsione innovativa e virtuosamente ecocompatibile. Oggi ci sono le condizioni per poterlo fare. Se non ora quando concretizzare studi e convegni sull’innovazione e la ricerca?”.

“Oggi – puntualizza Lorena Panzeri della Cgil – Vogliamo lanciare un appello direttamente al titolare. Se davvero è intenzionato a fare qualcosa, questa è la volta buona. Per prima cosa è bene che si presenti senza delegare persone che al tavolo delle trattative non si assumono alcuna responsabilità; la seconda, se i nostri progetti non sono di suo gradimento, ci dia alternative e ce ne proponga altri. Finora Pisati ha continuato a dire di no, trovando giustificazioni strumentali. Siamo stanchi di proporre soluzioni senza che Pisati si degni di arrivare da noi per un confronto chiaro”.

A tal proposito Bosisio ha messo l’accento sullo spiraglio offerto dall’imprenditore brianzolo Vincenzo Di Giovine numero uno dell’impresa oggionese Combustion and Energy che si è detto interessato all’acquisto della palazzina degli uffici Lauci.
“Inizialmente Pisati si è detto disponibile a vendere l’immobile – prosegue Bosisio – poi invece si è tirato indietro proponendo l’affitto, poi non più facendo un ulteriore passo indietro. Insomma, è evidente che l’interesse verso noi lavoratori non è tra le sue priorità. E di casi simili ne potremmo citare diversi. Voci attendibili ci dicono che Pisati sta mettendo in atto uno svuotamento programmato e preordinato, fatto di mosse ben studiate per dare una parvenza di logica economica”.

I lavoratori Leuci sono concordi nel sostenere che “Se Pisati ha a cuore il nostro futuro, un accordo con Di Giovine lo deve trovare; sappiamo che non sarà il salvatore della patria, ma almeno è un primo segnale di speranza”.
“Del resto – prosegue Massimo Ferni della Cisl – se Pisati ha veramente bisogno di liquidità perchè il gruppo Relco di cui Leuci fa parte si trova in difficoltà economiche come ha sostunuto, potrebbe iniziare ad affittare gli altri capannoni e vendere quello chiesto da Di Giovine. Di soluzioni ne ha, ma i suoi continui rifiuti ci fanno pensare che non è poi così messo male economicamente…”.

A fronte di tutto questo “è evidente che sull’area Leuci si sta allungando l’ombra di una soluzione speculativa – fa sapere Bosisio – Ci è già stato chiesto per vie traverse un parere sull’ipotesi di una nuova destinazione dell’area per consentire la realizzazione di un centro commerciale e la creazione di 600 posti di lavoro. Questa è la logica che sta dietro ai tentennamenti di Pisati, logica che ha impoverito Lecco in anni precedenti e che non riguarda solo noi. La garanzia che ciò non avverrà ci è stata data dalle istituzioni in primis dal Comune di Lecco, il cui consiglio si è schierato dalla nostra parte sostenendo il progetto Città della Luce (sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Lecco, ndr) e garantendo la destinazione di quell’area industriale-artigianale”.

Nonostante la situazione magmatica, alla Leuci nessuno abbassa la guardia: “Ci inventeremo di tutto – ha fatto sapere Bosisio – Partiremo con una mailbombing in cui inviteremo tutti i cittadini che ci vogliono dare una mano a mandare il proprio sostegno attraverso semplici messaggi da postare su tre siti internet: quello dei giovani comunisti, dell’associazione Qui Lecco Libera e di Don Giorgio. Continuiamo il blocco, convocheremo un’assemblea pubblica dove inviteremo tutti i parlamentari del territorio e gli amministratori ai quali chiederemo contributi concreti e non parole. e ancora, faremo pressing all’Unione Industriali per un maggior coinvolgimento e non escludiamo un collegamento con altre realtà in crisi tipo Lucchini e Grattarola. Stiamo anche programmando una ‘gita’ a Buccinasco per fare sentire anche laggiù la nostra voce. E poi ci sarà dell’altro ma non vogliamo anticipare nulla di più…”. E’ chiaro che la lotta continua…

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GIRIAMO INVITO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI LEUCI, APERTO A TUTTA LA CITTADINANZA: “vi invitiamo alla conferenza stampa che si svolgerà fuori dai cancelli della Leuci, MARTEDI’ 4 ALLE ORE 10.30, intenderemmo in quella occasione dare un chiaro segnale d’accelerazione della nostra lotta, contro il rischio di chiusura preannunciato per il 31/3/2013.”foto-7-510x380
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da Lecconotizie.com

La mobilitazione dei lavoratori Leuci finisce sugli spalti dello stadio

LECCO – Singolare protesta di un centinaio di lavoratori della ditta Leuci di Lecco, che questo pomeriggio hanno fatto capolino alla stadio Rigamonti – Ceppi in occasione del match Lecco – Caronnese. I lavoratori hanno scelto un palcoscenico insolito, ma il trait d’union che unisce la protesta tra calcio e azienda si chiama Mario Ceppi, che fu presidente dei blucelesti negli anni d’oro della Serie A, ma anche proprietario della File-Leuci.

Un corposo comunicato distribuito durante l’intervallo della gara di oggi spiega: “C’è un filo, anzi una luce che unisce la squadra del Lecco alla File-Leuci, che è la nostra fabbrica di sorgenti luminose… Mario Ceppi, ma anche e soprattutto i lavoratori della File -Leuci hanno rappresentato il punto di forza della sua azienda e quindi, si potrebbe in qualche modo dire, anche dell’Ac Lecco”. E’ giusto quindi dire che, come l’Ac Lecco, squadra di ‘provincia’, aveva saputo fronteggiare a viso aperto le più blasonate squadre italiane, così pure la File-Leuci ha saputo competere per lunghi anni con le maggiori multinazionali del settore. Oggi, purtroppo, il rischio palese è che ciò ch rappresenta un vero e proprio patrimonio del territorio sia irreversibilmente azzerato!”.

Il comunicato spiega a chiare lettere che: “Come per la piccola ma determinatissima squadra di calcio, così pure per noi 100 lavoratori ancora rimasti, stiamo lottando non solo per mantenere il nostro posto di lavoro che è la nostra vita, ma anche per  dimostrare che esiste un’alternativa concreta alla rassegnazione ed all’impotenza”.

I lavoratori tengono a sottolineare che “questa non è più una vertenza aziendale di un centinaio di lavoratori sporchi, brutti e cattivi”, bensì “un banco di prova per un intero territorio e la sua capacità di autorigenerarsi concretizzando riconversioni industriali qualificate ed ecocompatibili”.

I lavoratori della Leuci chiedono “a tutti coloro che non si arrendono a queste ingiuste situazioni, di darci una, cento, mille mani d’appoggio secondo modalità che ognuno vorrà trovare e che anche noi sapremo proporre. Una cosa è certa: noi non ci rassegniamo”.

Di seguito, il comunicato integrale

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Serata organizzata dai lavoratori e dalle lavoratrici Leuci: Lunedi 22 ottobre ore  20.45
Film e discussione per stare insieme, riflettere e non stare alla finestra !

“Il posto dell’anima” un film del 2003 di Riccardo Milani con Silvio Orlando, Michele Placido, Claudio Santamaria, Paola Cortellesi. Trama : ” La sede di Campolaro della Carair, multinazionale americana produttrice di pneumatici, comunica l’imminente chiusura e il conseguente licenziamento di tutti gli operai molti dei quali provenienti dallo stesso piccolo paese delle montagne circostanti. Gli operai però non vogliono arrendersi. Reagiscono e si organizzano fino a tentare un gesto estremo…..”

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La voce dei lavoratori Leuci. L’intervento al consiglio comunale del 15 ottobre

dal sito di LeccoNotizie di Matteo Manente

Al motto di “La luce alla Leuci non si deve spegnere”, si è concluso il primo degli interventi previsti nella fase aperta del consiglio comunale dedicato alla situazione di crisi delle aziende lecchesi.

Il delegato dei lavoratori Leuci Germano Bosisio, il cui intervento in versione integrale è riportato qui sotto, ha preso la parola affermando quanto già emerso in un precedente intervento, sempre nella sala consiliare: di fronte al rischio reale di chiusura della fabbrica, serve “agire locale per guardare globale”, ovvero bisogna necessariamente individuare delle nuove prospettive per un percorso produttivo rinnovativo, che permetta la riconversione della produzione in manufatti innovativi e capaci di stare sul mercato. Il freno a tutto questo processo di riconversione, secondo Bosisio, risponde a un nome e cognome ben preciso: Giuliano Pisati, ovvero “l’imprenditore che a suon di parole e promesse ha trasformato l’ottimizzazione produttiva in un graduale processo di svuotamento di tutte le attività produttive della Leuci”.

In conclusione del suo intervento, il rappresentante RSU ha anche rimarcato il fatto che “il modello Leuci rappresenta un banco di prova per tutto il sistema aziendale lecchese”, dal momento che un’eventuale chiusura dello stabilimento avrebbe una ricaduta su tutto il tessuto sociale del territorio. Il rischio, neanche troppo celato ed evidenziato dal delegato dei lavoratori, è che dietro alla dichiarata intenzione di dismettere la fabbrica da parte del proprietario e del suo Gruppo Relco ci sia un disegno molto più grave, che svuoterebbe un’area di produzione industriale per trasformarla in una zona soggetta a intollerabili speculazioni edilizie.

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Lecco, 6 Ottobre 2012                                                                         COMUNICATO DEI LAVORATORI E DELLE  RSU LEUCI                                          

LA DIFESA DEL LAVORO ALLA LEUCI :                                       UN ESEMPIO PER TUTTI! 

Quello che stiamo attuando non è un blocco pretestuoso ne una forma arcaica di lotta ma una sacrosanta azione di tutela del lavoro, decisa all’unanimità nella nostra assemblea permanente!E’ messa in campo da noi lavoratori della LEUCI, col pieno sostegno delle organizzazioni sindacali, dopo aver in precedenza, con senso di responsabilità, acconsentito ad una vendita di linee e macchinari dietro la contropartita, più volte garantita dal nostro datore di lavoro Giuliano Pisati, di poterne reinvestire, perlomeno una quota, in attività di riconversione produttiva.Di oltre 400.000 euro così ricavati neppure uno invece è stato finalizzato a questo scopo, smentendo nei fatti, le reiterate promesse, come del resto successo in tanti altri analoghi precedenti episodi.

Solo in presenza di segnali concreti di impegno e tenuta occupazionale, fermeremo la nostra lotta!In particolare ci aspettiamo una effettiva “apertura” di Pisati nella imminente “trattativa” con un primo imprenditore interessato ad una parziale utilizzazione di alcuni stabili vuoti, per l’implementazione di una attività fortemente innovativa nel campo dell’illuminazione ecocompatibile. Altri concreti e già formalizzati progetti, da anni ricercati e promossi da lavoratori e sindacati e sostenuti dalle varie istituzioni locali, a preciso contenuto innovativo ecosostenibile col coinvolgimento di altri già individuati imprenditori (“Cittadella della Luce”, ma non solo…), attendono una coerente ed ineludibile azione di co-finanziamento ed implementazione.                                                                 L’insieme di questi concretissime azioni possono e debbono costituire un graduale e praticabilissimo percorso per dare effettivo futuro al nostro sito produttivo. Quindi se non qui ed ora, quando tradurre in pratica roboanti e tanto sbandierate parole come ricerca ed innovazione, dando così un forte segnale di tenuta occupazionale, sociale ed imprenditoriale all’intero Territorio ?

E così pure, se non qui ed ora, quando il nostro datore di lavoro può dimostrare nei fatti se è un vero imprenditore od uno speculatore ?Noi, ovviamente, ci auguriamo la prima ipotesi, a partire dall’esito della trattativa, già fissata a brevissima, con questo primo virtuoso ed innovativo imprenditore, accompagnato dagli assessori (comunale e provinciale) alle Attività Produttive.

A Giuliano Pisati chiediamo ora di non pretestuosamente “spegnere la luce” alla Leuci !!!!

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I LAVORATORI DELLA LEUCI DI LECCO DA OGGI IN PRESIDIO PERMANENTE PER IMPEDIRE LA CHIUSURA DI UNA DELLE ULTIME AZIENDE STORICHE DELLA CITTÀ! Diritti, dignità contro la prevaricazione di speculatori senza scrupoli!

RIFONDAZIONE COMUNISTA C’È E STA DALLA LORO PARTE, QUELLA GIUSTA!             È necessaria la solidarietà dell’intera città: PARTECIPATE TUTTI!

Intervento RSU Leuci in consiglio comunale

Anche Arci Lecco esprime solidarietà ai lavoratori della Leuci

BACIA LA MANO CHE RUPPE IL TUO NASO?… NO: LA LEUCI NON SI TOCCA!

“Bacia la mano che ruppe il tuo naso perchè le chiedevi un boccone” cantava De Andrè in un suo celebre Testamento: così se oggi dovessimo farne uno anche noi vorremmo guardasse all’avvenire sia dei lavoratori giovani, che con ostinazione non vogliono  intraprendere nè la via di una nuova emigrazione, nè quella di un futuro completamente senza tutele e diritti, sia a quello dei lavoratori più anziani, affinchè non debbano continuare a veder sgretolarsi quel mondo di democrazia e dignità che con fatica, lotte e sacrifici  negli anni passati è stato costuito.

Se la storia ha un senso e noi il dovere di imparare da essa è giunto il momento di agire il cambiamento, portare responsabilità e giustizia nelle scelte pubbliche, con coraggio e determinazione, nelle fabbriche e nei luoghi di  lavoro: in tutto il mondo, a Pomigliano, Taranto, nel Sulcis, a Pioltello, a Lecco.

Riteniamo che sia urgente e necessario sia  mettere in atto tutte le forme di cittadinanza attiva utili a  salvare le posizioni lavorative che in questo momento sono a rischio che elaborare un accordo che unisca  rappresentanze sindacali, politiche e istituzionali in grado, mediante politiche tangibili e rivolte alla tutela dei lavoratori, della democrazia e dei beni comuni, di contrastare il progressivo impoverimento  della classe lavoratrice,la concentrazione della ricchezza in pochissime mani (come dice Occupy Wall Street – noi 98% voi 2%), la riduzione degli spazi democratici, la costituzione di una oligarchia internazionale che condiziona e sceglie governi e  politiche economiche.

L’Arci di Lecco esprime piena solidarietà ai lavoratori Leuci e alle loro famiglie, che negli anni hanno saputo portare avanti un’azienda “fatta non solo di professionalità ma anche di impegno civile”  ed ora si vedono definitivamente, dopo anni di promesse, trattative, progettazione, autogestione, messi alla porta.

Come anni fa l’ARCI si mise a disposizione dei lavoratori della Leuci per organizzare un concerto che richiamasse l’attenzione sulla loro lotta, anche oggi ci rendiamo disponibili per qualsiasi iniziativa possa dar loro una mano!

Lecco, 17 settembre 2012

Il Comitato Provinciale Arci Lecco

“La Leuci non si tocca”, i lavoratori in consiglio comunale

di A.b., tratto dal quotidiano online della città di lecco, Lecconotizie.com

LECCO – E’ scattato il conto alla rovescia per i lavoratori della Leuci, la storica azienda lecchese produttrice di lampadine che si avvia verso la chiusura prevista tra sei mesi, almeno secondo quanto annunciato da Giulio Pisati, proprietario del gruppo Relco. Una decisone che si appresta a cancellare i progetti di rilancio dell’azienda , come la creazione del polo industriale “Cittadella della Luce”, insieme alle speranze dei circa 90 dipendenti. Questi ultimi hanno deciso di scendere nuovamente in campo, partecipando al consiglio comunale di lunedì, manifestando il proprio disagio alle istituzioni cittadine:

“Da anni svolgiamo la parte che dovrebbe invece fare l’imprenditore, cercando interlocutori e ipotizzando produzioni innovative per rilanciare l’azienda. Quando finalmente riusciamo a trovare un soggetto che annuncia ai giornali il proprio interesse, contemporaneamente il nostro imprenditore dichiara la chiusura dall’azienda. Secondo noi non è una coincidenza – ha sottolineato Germano Bosisio, rappresentate RSU per Leuci – E’ necessario andare avanti e preservare l’insediamento industriale affinché l’azienda possa ripartire coinvolgendo i soggetti interessati. Esiste un progetto valido, un’area, la volontà di lavoratori e istituzioni che stanno creando un cordone dissuasivo rispetto a ipotesi speculative. Se non ora, quando agire?”

Una grossa opportunità per la Leuci era rappresentata dal bando regionale Eragon, un finanziamento pubblico purtroppo perso con la bocciatura del progetto da parte di Regione Lombardia; su questo si è impegnato personalmente l’assessore provinciale al Lavoro, Fabio Dadati, che nei prossimi giorni incontrerà il vice presidente e assessore regionale all’Industria, Andrea Gibelli. Della faccenda si è interessata anche l’amministrazione comunale, in particolare l’assessore allo Sviluppo Economico, Armando Volonté e il sindaco Virginio Brivio; quest’ultimo ha già fatto sapere di tenere lontana qualsiasi possibilità di riconversione d’uso dell’area industriale.

I sindacati guardano con preoccupazione agli ultimi noti sviluppi: “Ciò che colpisce è l’improvvisa urgenza nell’annunciare la chiusura dell’azienda, nonostante i progetti di rinnovamento già avviati – ha commentato il segretario generale di Cgil Lecco, Wolfango Pirelli. Presente in consiglio comunale anche una delegazione di Rifondazione e Giovani Comunisti, i quali hanno sottolineato come “la chiusura dell’azienda rappresenti una grave perdita per i lavoratori e per la città, per questo da evitare ad ogni costo ”.
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COMUNICATO CONTRO LA DECISIONE DI CHIUSURA DELL’AZIENDA, PER L’ENNESIMA VOLTA LA PROPRIETA’ NON RISPETTA GLI IMPEGNI ASSUNTI. APPUNTAMENTO MARTEDI’ 11 ALLE ORE 8.30 FUORI DALL’AZIENDA PER LA CONFERENZA STAMPA DEI 93 LAVORATORI E LAVORATRICI A RISCHIO LICENZIAMENTO.

GIU LE MANI DALLA LEUCI

È di ieri , sei Settembre, la notizia che la proprietà della Leuci, nel corso dell’incontro con le RSU e con le rappresentanze del Sindacato, ha dichiarato la sua disponibilità al rinnovo del contratto di solidarietà per altri sei mesi, ai termini dei quali, però, la storica fabbrica lecchese chiuderà i battenti.
La stessa proprietà, che solo a fine Luglio rassicurava i lavoratori sul rinnovo del contratto e sull’impegno a sviluppare un progetto di apparecchi illuminanti che potesse garantire l’occupazione per il prossimo futuro, oggi si rimangia la parola data e per l’ennesima volta mostra di non rispettare gli accordi presi con i lavoratori.

Noi crediamo che i lavoratori della Leuci abbiano dimostrato in questi anni tanta intelligenza e tanta professionalità da andare ben al di la degli obblighi contrattuali che li legavano al loro padrone, elaborando nel recente passato un piano industriale avveniristico che potesse dare un domani alla Leuci e che è stato ribattezzato dai giornali “cittadella della luce”: non meritano di certo un futuro di disoccupazione e precarietà lavorativa!

Noi crediamo che la Leuci con la sua storia, fatta non solo di professionalità ma anche di impegno civile, come dimostra la parta attiva avuta dai lavoratori della Leuci nella lotta antifascista della nostra città, faccia parte del patrimonio vivo di Lecco.

Siamo pertanto convinti che la sua chiusura rappresenterebbe una perdita grave, sia per chi oggi ci lavora che per tutto il territorio lecchese, e debba essere quindi evitata ad ogni costo; richiamiamo le istituzioni lecchesi, che mai hanno sostenuto in modo convinto e forte il progetto della “cittadella della luce”(la bocciatura dei finanziamenti attraverso il bando regionale Ergon è l’ultima testimonianza), a tutelare gli interessi dei 93 lavoratori e lavoratrici a rischio licenziamento.

Da parte sua, il Partito della Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti lecchesi, non solo esprimono pubblicamente pieno sostegno ai lavoratori della Leuci, ma si schierano attivamente, con tutti i propri militant,i dalla loro parte, quella giusta, oggi e nel prossimo futuro.

Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Lecco
Giovani Comunisti Lecco

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L’APPELLO DEI LAVORATORI E DELL RSU LEUCI ALLE SEGRETERIE SINDACALI TERRITORIALI LETTO OGGI IN PIAZZA A LECCO

La RSU LEUCI, interpretando un comune sentire molto diffuso tra i lavoratori non solo leuci

INVITA PRESSANTEMENTE

le segreterie confederali a promuovere, nei confronti di questa ennesima manovra governativa, un’azione di ferma, coerente e determinatissima lotta sindacale.

La vera posta in gioco, come risulta evidente ai più attenti, non è, come si continua a far credere, una doverosa opera di risanamento ma un caricarne il pesantissimo onere sui più esposti agli effetti di questa crisi di sistema, in netta contraddizione con lo spirito e la norma della nostra, più che mai attuale, Costituzione.

Non ci può essere vera coesione se non la si costruisce su un’effettiva equità e sulla giustizia sociale.

Proprio per questo è indispensabile produrre, non limitandosi a delle scaramucce, una serie d’iniziative efficaci e partecipate per mettere veramente in discussione chi dovrà pagare effettivamente questo enorme debito, senza per questo dover subire ricette o diktat calate da soggetti più tesi al pareggio di bilancio che ad una vera giustizia sociale.

Solo agendo così il Sindacato potrà continuare ad essere faro e catalizzatore delle istanze ed aspettative di milioni di lavoratori e soprattutto giovani in cerca di rappresentanza effettiva.

Per quanto noi registriamo tra lavoratori e cittadini, questo “passaggio” epocale costituisce per il Sindacato un vero e proprio banco di prova e di credibilità.

Con consapevole e fiduciosa vigilanza, porgiamo i nostri migliori saluti.

Lecco, 12 dicembre 2011

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LEUCI: NON E’ PIU’ TEMPO DI MEZZE MISURE !

C’è grande aspettativa attorno alla nostra vicenda .Siamo ad un punto delicatissimo del nostro percorso di lotta per mantenere i nostri posti di lavoro ma anche per dimostrare all’intero Territorio che  è possibile una riconversione industriale realmente praticabile, innovativa  ed ecocompatibile, solo che lo si voglia da parte di tutti.

Purtroppo sono vari i segnali preoccupanti che, specialmente negli ultimi tempi, stiamo registrando.Da sempre sosteniamo che la Leuci si può salvare e rilanciare secondo due sostanziali filoni : Uno, quello che noi chiamiamo la 1a Gamba, attraverso la modifica di alcuni nostri macchinari, tutt’altro che obsoleti, riconvertendoli alla produzione di nuovi tipi di lampade ( con all’interno l’alogena ).La 2° Gamba deve saper proporre prodotti innovativi e soprattutto orientati alla cosiddetta greeneconomy.E’ in particolare su quest’ultimo percorso che da tempo, come Lavoratori e Sindacato, abbiamo saputo, a prezzo di continue sollecitazioni, far convergere le Istituzioni  e le rappresentanze imprenditoriali locali in un comune sforzo progettuale. Questo caparbio lavorio, grazie anche alla preziosa collaborazione del Politecnico di Milano – sede di Lecco, ha consentito l’elaborazione di un

vero e proprio progetto di fattibilità denominato “ Cittadella della Luce”, giudicato da tanti come molto interessante ed soprattutto attuabile.

 COSA CHIEDIAMO ORA CONCRETAMENTE AI NOSTRI INTERLOCUTORI ?

A Pisati, nostro datore di lavoro, chiediamo di dare concreta attuazione alla modifica dei macchinari, come paventato e promesso da tempo. Oltretutto ciò comporterebbe l’impiego di ridottissimi investimenti economici. In generale poi chiediamo un rinnovato impegno a diversificare e ad attivamente ricercare commesse sul mercato. L’impressione che abbiamo è che da tempo si stia gradualmente disimpegnando.

Noi giudicheremo dai fatti, non dalle parole sui giornali, continuando ad augurarci che prevalga l’impegno reale sia  su questi aspetti che sulla garanzia da lui fornita di mettere a disposizione una adeguata quota dell’area  per l’attuazione del progetto “Cittadella della Luce”.

A tutti gli attori sociali coinvolti ed in particolare alle Istituzioni, a cui riconosciamo d’essersi impegnate anche se non sempre impeccabilmente, chiediamo di non consentire la perdita dell’importante e concreta opportunità della “Cittadella della Luce”, anche  integrabile con ulteriori attività simili, dando tempestivamente inizio alla sua attuazione. Oltretutto ricordiamo all’opinione pubblica che la redazione del solo progetto ha comportato l’utilizzo di svariate migliaia di euro di spesa pubblica.

Una cosa è certa : noi Lavoratori non ci rassegneremo ad ulteriori perdite di posti di lavoro, anche perché la nostra vicenda è proprio diventata, per l’intero nostro Territorio ed oltre, un esempio di caparbia lotta per concretizzare, qui ed ora, soluzioni di riconversione industriale realmente praticabile ed innovativa.Proprio per questo utilizzeremo ogni mezzo anche non tradizionale per riuscirci !

Lecco, 25 ottobre 2011                                                                                           RSU,LAVORATORI LEUCI E FUL

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Lecco, Cittadella della luce: partecipa anche la Leuci (forse)

Pubblichiamo volentieri l’articolo apparso sul sito della Provincia di Lecco assieme alla nota postata dalle RSU Leuci sulla nostra pagina di facebook a riguardo. Concordiamo con quanto espresso dalle RSU di fabbrica: non dobbiamo essere preda di facili entusiasmi che potrebbero smobilitare i lavoratori. La guardia deve restare alta fino al giorno successivo  a quello in cui nel sito della leuci il progetto della cittadella della luce sarà una realtà produttiva.

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LECCO – Fumata bianca per la Cittadella della Luce: il patron di Leuci, Giuliano Pisati, è disposto a far parte del progetto, non come imprenditore capofila, ma all’interno di una cordata di aziende intenzionate ad animare la futura industria dell’illuminazione a basso impatto ambientale.

Se n’è discusso al tavolo provinciale – convocato dall’assessore al lavoro, Fabio Dadati -, al quale hanno partecipato Giuliano Pisati e Giuseppe Conte per la Leuci, l’assessore del Comune di Lecco, Armando Volontè, e monsignor Franco Cecchin. Obiettivo dell’incontro è stato quello di chiarire quale fosse il ruolo dell’azienda Leuci rispetto al progetto industriale che, da circa un anno, gli enti e le istituzioni lecchesi stanno portando avanti per riqualificare l’area Leuci e non disperdere il patrimonio industriale della storica azienda di lampadine. «Durante l’incontro, durato quasi due ore, sono emersi elementi interessanti e spunti utili – dice Dadati -, da approfondire nelle prossime settimane. In particolare l’azienda ha dato disponibilità a partecipare al progetto, ed entro fine mese saremo in grado di fornire dettagli sulla squadra operativa che concretamente darà il via alla Cittadella».

Pisati avrebbe rigettato il primo progetto ipotizzato dal tavolo tecnico, che prevedeva di affidare alla società Leuci un ruolo capofila nella concretizzazione del business plan: «La Leuci non vuole essere il motore del piano – spiega Armando Volonté – tuttavia l’azienda vorrebbe far parte della squadra che darà vita al piano industriale, anche se è ancora da definire quale sarà il ruolo giocato da Pisati e dall’azienda Leuci e quali saranno gli altri attori imprenditoriali». Si tratta comunque di un segnale di apertura, che conferma la bontà del piano Cittadella della Luce. Quest’ultimo prevede la conversione industriale dell’area di via XI Febbraio che è di proprietà della Leuci spa e che parzialmente ospita la produzione di lampade a incandescenza, realizzate da circa un centinaio di lavoratori.

L’idea di avviare un progetto innovativo – che prevede la realizzazione di lampade led sull’area Leuci -, era venuta agli stessi lavoratori che da tre anni stanno usando ammortizzatori sociali per far fronte alla cronica perdita di commesse, provocata dalla messa al bando delle lampade a incandescenza prodotte in Leuci da parte dell’Unione Europea, perché eccessivamente inquinanti. Successivamente il progetto è stato accolto dall’amministrazione provinciale, ed è stato realizzato un tavolo tecnico che, superata la fase progettuale, sta oggi valutando la concretizzazione del piano attraverso il coinvolgimento di alcuni imprenditori.

Attualmente i più dubbiosi sull’attuazione del progetto sono i lavoratori e i sindacati, che hanno incontrato il management di Leuci per discutere dei problemi occupazionali: «L’incontro è saltato – dice Lorena Panzeri della Cgil – perché avevamo chiesto all’azienda di indicare, attraverso una dichiarazione scritta, le proprie intenzioni rispetto al piano Cittadella della Luce. L’azienda non ha fornito alcuna informazione chiara, quindi risulta impossibile discutere di ammortizzatori sociali. L’incontro su questo tema sarà rinviato finché l’azienda non fornirà una posizione ufficiale in merito alle proprie intenzioni».

dal sito de “La Provincia di Lecco”

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Se, quanto riportato nell’articolo della “Provincia” di oggi, sia un segnale di apertura reale di Pisati, lo giudicheremo dai fatti ! Invitiamo i lavoratori a stare attenti ai “giochi mediatici”. Giudicate voi se questa è una posizione congrua : stare alla finestra ed aspettare gli eventi.

RSU Leuci

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I lavoratori della Leuci da Margherita Hack

Straordinario successo di pubblico per l’incontro con l’astrofisica Margherita Hack nell’ambito del “Festival della Fisica” . L’auditorium della Camera di Commercio era strapieno con tantissime persone rimaste in piedi ed era anche affollato l’Osservatorio di Merate, in collegamento video con Lecco. In tutto quasi settecento persone per un appuntamento di grande spessore.

Nell’affollatissima sala della Camera di Commercio c’è stato poi un breve quanto significativo prologo. I dipendenti della Leuci, l’azienda che da tanti mesi si dibatte in una crisi perenne, hanno distribuito all’entrata un loro volantino ed ottenuto dalla stessa Hack la possibilità di leggerlo al pubblico. Così un rappresentante del lavoratori ha letto un testo dal titolo estremamente significativo e che faceva il verso a quello della serata scientifica: “Come funziona l’universo del lavoro?”.

L’intervento è stato molto applaudito ed anche sostenuto dalla stessa Margherita Hack, che nel ricordare come tutte le informazioni relative all’universo ci provengano dalla luce, augurava ai lavoratori della Leuci tutta la fortuna del caso. La serata verteva sul tema: “Che cos’è l’universo?”. Presentati da Elio Sindoni, professore di fisica all’Università degli Studi di Milano Bicocca, Giulio Giorello e Margherita Hack hanno colloquiato sul nostro universo. Un dialogo che a tratti è sfociato in una vera e propria lezione di astrofisica nella quale Margherita Hack ha mostrato lucidità e determinazione rare. “Conosciamo soltanto com’era l’universo pochi istanti dopo il Big Bang, – ha detto la scienziata – ma non sappiamo se quello sia stato davvero l’inizio di tutto.  Grazie alla velocità della luce riusciamo a vedere come era l’universo 13 miliardi di anni fa perché le più lontane galassie che sono state osservate con il telescopio spaziale si trovano a 13 miliardi di anni luce e poi ancora più indietro. Possiamo arrivare a 13 miliardi e 600 milioni di anni fa in cui vediamo un universo in cui non ci sono né le stelle né le galassie. Per il resto non  possiamo dire se quello è stato l’inizio di tutto”.

dal sito de “La Provincia di Lecco”

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Riceviamo e pubblichiamo volentieri questo comunicato delle RSU della Leuci che esprimono soddisfazione per l’azione di sensibilizzazione della coscienza pubblica portata avanti durante l’incontro con l’astrofisica Margherita Hack.

Nella nota le RSU hanno voluto ringraziarci per il sostegno dato alla loro iniziativa; da parte nostra come Giovani Comunisti siamo felici di aver potuto, seppure nel nostro piccolo, essere utili fino ad ora alla causa della Leuci e ci impegnamo a fare la nostra parte nelle lotte che verranno. I giovani di Rifondazione sono dalla parte delle lotte dei lavoratori, senza alcuna condizione.

Augurandoci di veder vincere i lavoratori della Leuci e dare, con la realizzazione del loro progetto della “Cittadella della Luce”, una lezione di protagonismo operaio e di cittadinanza attiva a politici inconcludenti e a imprenditori rapaci, li 

Salutiamo a pugno chiuso

Giovani Comunisti Lecco, i giovani di Rifondazione.

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“Siamo contenti così di aver colto con successo un ulteriore spazio di grande visibilità nell’opinione pubblica. Proprio per questo esprimiamo un sentito ringraziamento reciproco al nostro gruppo dei lavoratori presenti nonostante la pioggia torrenziale. E ai Giovani Comunisti di Lecco che ci sostengono incondizionatamente da tempo: grazie!

Rivolgiamo a tutti gli altri, vista la preoccupante situazione che stiamo vivendo, un altrettanto sentito ed individuale appello ad essere presenti in massa alle ulteriori iniziative che prenderemo, rendendole così sempre più efficaci.

RSU Leuci”

Scarica il volantino distribuito dalle RSU Leuci alla serata con Margherita Hack

COME-FUNZIONA-LUNIVERSO

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Volantino dei Lavoratori della LEUCI: Basta tergiversare, è ora di chiarezza!

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Richiesta di rettifica dei lavoratori Leuci alla Provincia di Lecco.

Egr. Direttore di “La Provincia”

Siamo sconcertati, per non voler usare un altro termine così di moda oggi nelle piazze, dal resoconto apparso questa mattina sul vostro giornale relativo alla nostra assemblea aperta, con presidio e conferenza stampa di ieri.

Non è la prima volta che troviamo trasposizioni “fantasiose” dei fatti che ci stanno riguardando a cura di della vostra articolista ma ora siamo arrivati a ben oltre.

Partiamo dalla prima grande inesattezza : la  nostra è stata un’assemblea aperta non uno sciopero ! A questo proposito le alleghiamo una descrizione una descrizione della stessa che avevamo fatto circolare preventivamente.

La questione però che ci ha più urtato sono quelle parole di virgolettato attribuite a generici lavoratori :  “…Se il nostro datore di lavoro non ci darà risposta, da settembre avvieremo una campagna di protesta e denigratoria ( il grassetto è nostro) contro di lui.  Lo colpiremo in un punto debole, cioè sull’immagine e sull’opinione pubblica, a cui lui tiene molto. Vogliamo risposte, è un nostro diritto.”

Queste affermazioni sono una pura invenzione dell’articolista che denota tra l’altro una scarsa padronanza del lessico perché non sa nemmeno soppesare la pesantezza di termini come denigratoria, mai espressi. Eppure ogni giornalista, come del resto ogni cittadino, dovrebbe sapere che “ Le parole sono pietre”.

Non è un caso che durante la  conferenza stampa abbiamo letto e distribuito un preciso volantino che avevamo letteralmente messo in mano anche alla vostra giornalista, come a tutti gli altri della altre testate presenti. Li , verso la parte terminale del comunicato, anche lei potrà trovare il nostro esatto pensiero al riguardo. Ed anche nella descrizione successiva nessuno di noi ha mai proferito tale fraseggio. Evidentemente la giornalista non avendo da noi avuto soddisfacente risposta (per lei)sulle modalità mediatiche che potremmo utilizzare in seguito, ha pensato bene di colmare quello che (sempre secondo lei) era un vuoto di notizia appetibile.

Esigiamo quindi una puntuale rettifica che chiarisca questo increscioso fatto, che può danneggiare il prezioso lavoro che da tempo stiamo tessendo per la tutela dei nostri posti di lavoro. La ricerca delle modalità e delle forme  più opportune per dare gambe alla nostra lotta ce le scegliamo, meglio, ce le soppesiamo solo noi. Chiediamo quindi di pubblicare con adeguato risalto questa nostra nota.

Certi nel suo sollecito intervento, distintamente la salutiamo.

Lecco, 23 luglio 2011                                                               La RSU ed i lavoratori Leuci + FULC

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La risposta degli operai della Leuci

LETTERA APERTA A GIULIANO PISATI, PATRON DI LEUCI E RELCO GROUP

Sig. Pisati avendo letto la sua intervista comparsa il 31/5 sul quotidiano la Provincia non possiamo che risponderle utilizzando lo stesso strumento e con  un duplice stato d’animo : Con sorpresa ed interesse da una parte, con dubbi e perplessità dall’altra. Con sorpresa perché da tempo non la vediamo ne sentiamo alle varie trattative e tavoli di confronto. Interesse perché lei con questa intervista per la prima volta parla d’investimenti e di “impegni a mantenere ed incrementare i volumi occupazionali”. Dubbi e perplessità per svariati motivi, alcuni dei quali di seguito evidenziamo per brevità di sintesi :   Perché ha scelto lo strumento mediatico per far conoscere il suo pensiero e non altre più consone sedi di confronto già aperte( tavolo Confindustriale od Istituzionale…) ?   Perché solo ora parla dei suoi progetti apparentemente alternativi, perlomeno a quanto emerge dall’intervista, al progetto “Cittadella della Luce” di cui ben conosce i costi sostenuti dagli enti locali oltre che i  consistenti tempi di gestazione. Senza parlare della sua appetibilità economica, da più parti riconosciuta, e la concreta praticabilità d’implementazione oltre che il marcato tasso innovativo anche qualificato in senso di risparmio energetico ?   Perché a quelli che definisce politici, come contropartita ai suoi eventuali investimenti per produrre lampade led, chiede di garantire un mercato nazionale “protetto” sapendo, come imprenditore del cosiddetto libero mercato, che i canoni di quest’ultimo non consentono “protezionismi” ?   Quando parla di produzione a Lecco di lampade led cosa intende ? Forse una “filiera” come attualmente praticata in Leuci oppure s’intende, come ci potremmo augurare, un ciclo di produzione effettiva a Lecco con linee meccanizzate ?  Usando il linguaggio della concretezza, a lei così caro, quest’ultima ipotesi sarebbe praticabile e soprattutto pienamente compatibile economicamente ?   Perchè lei non sembra cogliere ad esempio l’evidente differenza tra il cosiddetto progetto 4L ( Lecco LED Lighting Lab ) secondo “pilastro” della “Cittadella della Luce” relativo alla filiera di “produzione” di APPARECCHI per l’illuminazione ad alta luminosità (HB) e la produzione di semplici LAMPADE a led ? Nel primo caso a contenuto tecnologico spinto e con un alto tasso di crescita dei mercati di riferimento, nel secondo un prodotto, se ben abbiamo compreso, non certo d’avanguardia e con numerosi competitors.   Perché in passato lei si era detto disponibile, se l’operazione le avesse portato ritorni economici, a farsi affiancare, sulla parte dell’area Leuci sottoutilizzata, da altri industriali interessati ed adesso sembra ritenerla poco praticabile ?   Per ora ci fermiamo qui . In sostanza le chiediamo, per meglio comprendere la sua proposta veicolata dai media e soprattutto per renderla più credibile, di fornirne in tempi rapidissimi, visto che nell’articolo lei sostiene di aver già pronto il progetto, i contenuti adeguatamente formalizzati ai vari tavoli di confronto aperti. Solo così, col pragmatismo che anche lei sembra auspicare, si potrà congiuntamente valutarne la praticabilità e congruità, come del resto fatto positivamente per il progetto “cittadella della Luce” che ,è certo, in tanti c’invidiano come modello per il rilancio industriale del Territorio. Solo operando con trasparenza e chiarezza si potranno evidenziare, se ve ne sono, inerzie da parte degli altri “attori”coinvolti. In  assenza di un suo puntuale riscontro, vista la dimostrata praticabilità del progetto della “Cittadella della Luce”,pur prevedendo quest’ultimo un ritorno occupazionale contenuto perlomeno nella prima fase, non potremmo nostro malgrado non concludere, e con noi l’intero Territorio, che la sua sia una proposta fumosa e forse un po’ strumentale. Sta a lei dimostrare il contrario. Noi ce lo auguriamo. Grazie per l’attenzione

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La strana intervista di Pisati alla “Provincia”

LECCO – Il patron di Leuci, Giuliano Pisati, è pronto a rilanciare il sito di via XI febbraio: “Noi produciamo le lampade led a Lecco e ci impegnamo a mantenere e incrementare i volumi occupazionali, creando nuova ricchezza per il territorio, e i politici si impegnino a vincolare le municipali e le società paracomunali e le società pubbliche ad acquistare le nostre lampade”.

Il numero uno della Leuci esce allo scoperto dichiarando l’interesse per il progetto che prevede la realizzazione di lampade led all’interno dell’area di via XI febbraio: “Il mercato c’è ed è molto ampio, ma è necessario che la politica garantisca e vincoli l’acquisto delle lampade italiane Leuci. Siamo pronti – continua Pisati – ad investire nel progetto Cittadella della Luce”, così Pisati, titolare di Leuci e del gruppo Relco, risponde alla sollecitazione venuta da parte dell’amministrazione provinciale e della Regione a dare un segno concreto d’interesse. In particolare gli enti chiedono che l’azienda nomini e finanzi di tasca propria un advisor per la valutazione industriale del progetto (che prevede la realizzazione di lampade led e pannelli fotovoltaici organici) e la messa a disposizione dell’area industriale di via XI febbraio.

Pisati sembra avere le idee molto chiare sul progetto industriale che permetterebbe all’area Leuci di rinascere sottoforma di insediamento industriale a elevato valore innovativo: “Siamo pronti a investire finanziariamente nella realizzazione di lampade led e abbiamo già un progetto pronto – spiega Pisati – a patto che i politici ci dicano dove vendere questi prodotti. Sarò più chiaro. Serve un impegno da parte dei politici affinché le lampade led made in Lecco trovino un sicuro mercato”.

Un’idea, secondo Pisati, potrebbe essere quella di vincolare i 25 mila uffici postali italiani ad acquistare lampade led italiane e quindi di produzione Leuci piuttosto che comprarle da aziende straniere: “Il consumo di queste lampade è talmente contenuto che il risparmio energetico per Poste Italiane compenserebbe l’investimento iniziale dell’acquisto delle lampade. Insomma, i led sono davvero a costo zero, ma per avviare questa produzione dobbiamo essere sicuri di avere un ampio bacino per la vendita”. Da qui l’ipotesi di vincolare anche i municipi italiani, l’A2A (l’azienda milanese che fornisce l’energia elettrica), gli enti locali e le società pubbliche ad acquistare le lampade led Leuci: “Ma per arrivare a questo è necessario l’intervento della politica. Tutto il resto è fumo. Non abbiamo bisogno dell’intervento del Politecnico e di altri imprenditori per avviare la produzione di lampade led, bensì di un accordo con grosse società ed enti pubblici per assicurare un mercato vasto a questo prodotto. Ai politici chiediamo solo la certezza di un bacino di utenti, a tutto il resto (produzione, ingegnerizzazione del prodotto) pensiamo noi della Leuci”.

Dal sito de “La Provincia di Lecco”

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INIZIATIVA A SOSTEGNO DEI LAVORATORI FIAT DEI DELEGATI FILCTEM CGIL DELLA LEUCI

AI LAVORATORI LEUCI

ASTENERSI DAL VOTO SUL RINNOVO CONTRATTUALE “VETRO LAMPADE DISPLAY” 12/1/2011

PUR APPREZZANDO LO SFORZO UNITARIO CHE HA PRODOTTO L IPOTESI D ACCORDO, RITENIAMO IMPORTANTE CON L ASTENSIONE DAL VOTO, EVIDENZIARE UNA PROTESTA NEI CONFRONTI DEL TENTATIVO DI FAR PASSARE A LIVELLO NAZIONALE UNA RIDUZIONE DEI DIRITTI E UNO SVOTAMENTO DEL SISTEMA CONTRATTUALE, NEL CONTEMPO VUOLE ESPRIMERE UNA VICINANZA A QUEI LAVORATORI A CUI VIENE IMPEDITA NEI FATTI LA PIENA LIBERTà DI VOTO ED IL DIRITTO AL MANTENIMENTO DEL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO!!

L’ ADESIONE  E STATA SOTTOSCRITTA DAL 90% DEI LAVORATORI LEUCI PRESENTI IN AZIENDA

ALLA SEGR NAZIONALE FILCTEM

ALLA SEGR CAMERA DEL LAVORO DI LECCO

ALLE SEGRETERIE DI CATEGORIA CGIL,CISL

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Lecco: si lavora al progetto del polo dell’illuminazione, il progetto dei lavoratori LEUCI E DELLA CGIL prende forma!!

Riguardo al progetto della cittadella della luce non si deve mai dimenticare che nasce dalla volontà e dall’intelligenza dei lavoratori Leuci e dalle loro RSU, che hanno lottato per due anni contro Pisati per tenere la prdouzione a Lecco e hanno pensato alla strada dell’illuminazione  in linea con la green economy, la “seconda gamba” come la chiamano loro, per dimostrare che la Leuci, a Lecco, ha ancora un grande futuro.

Fosse stato per Confindustria, per Pisati, per la Provincia o il Comune, che adesso si fregiano di questo progetto lungimirante, la leuci sarebbe un bel complesso residenziale e le solite vecchie lampadine a incandescenza sarebbero prodotte in Polonia, sempre col marchio “Leuci” che Pisti ha avuto la cura di comprare, dove col basso costo del lavoro sarebbero comunque potute essere concorrenziali con analoghi prodotti asiatici.

Sono i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali a indicare la strada per il futuro perche sono gli unici che avrebbero da perdere se la fabbrica chiudesse: i padroni fanno lo stesso profitti sia che la prodzione sia in Italia, in Polonia, in Romania o chissa dove.

M.Bellavita, Giovani Comunisti Lecco

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LECCO – “È un progetto ambizioso e complesso”. Così Giulio Sirtori, direttore di Confindustria Lecco, definisce il piano per realizzare nell’area della “Leuci” una cittadella dell’illuminazione. Sirtori non ha scelto i due aggettivi a caso. Il progetto è ambizioso perché – con il contributo del Politecnico – vuole portare a Lecco tecnologie di frontiera nel campo dei led. Se il progetto venisse realizzato, Lecco potrebbe diventare un riferimento per queste produzioni: si vorrebbe realizzare un polo scientifico-produttivo in grado di attrarre le migliori aziende e i migliori talenti del comparto. Il punto è che deve nascere un polo d’eccellenza che sia davvero tale: solo così chi ha i soldi e lavora nel settore sarà invogliato a venire a Lecco, che dovrà quindi vincere la concorrenza di analoghi siti in Europa.Già da questa sintetica descrizione, si capisce la portata del piano, da cui deriva la sua complessità che, per essere affrontata, richiede il concorso di più attori del territorio: istituzioni, associazioni imprenditoriali, aziende, centri di ricerca. Fin qui le considerazioni generali sulla “cittadella dell’illuminazione”. Le ultime notizie riferiscono che in Provincia c’è stato un vertice per fare il punto sullo stato dei lavori. In questa fase, il Politecnico, ieri rappresentato da Giancarlo Giudici (docente di Finanza aziendale), sta mettendo a punto il progetto di fattibilità della cittadella. Ancora un mesetto e il piano verrà consegnato al comittente, che è il Comune di Lecco. Nel progetto, si indicheranno nel dettaglio le produzioni e il tipo di ricerca che potranno essere sviluppate in quasi la metà dei 40 mila metri quadrati della fabbrica di via XI febbraio. Un sito dove si punta a riunire imprese e laboratori interessati a sviluppare nuovi prodotti per l’illuminotecnica, nel segno della green economy e delle produzioni ecompatibili. Quello che si vuole costruire è un polo d’eccellenza della filiera dei led, con l’opportunità di approfondire la ricerca sugli organic-led che sono la nuova frontiera tecnologica del settore.

Dal sito de “La Provincia di Lecco”

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Novità dalla Leuci:

Mercoledì 12/05 c’è stato un incontro fra provincia, comune,sindacati, lavoratori Leuci e Pisati, attuale proprietario della fabbrica;

In discussione  era il progetto che i lavoratori della Leuci hanno elaborato di riconvertire parte della produzione dalle classiche e ormai senza mercato lampadine ad incandescenza verso  pannelli fotovoltaici, led e altri settori che non solo riaprirebbero prospettive di impiego per tutti gli attuali lavoratori Leuci ma che addirittura sarebbero in grado di creare nuova occupazione, rendendo Lecco un polo all’avanguardia nella produzione legata alla “green economy” .

La provincia di venedi 14/05 è uscita con un articolo sulla riunione dal titolo “Leuci ospiterà la cittadella della luce” che aveva però due difetti enormi; anzitutto quello di dare il progetto come gia realizzato, mentre gli ostacoli sono ancora molti, e poi il difetto di non spendere neppure una parola per rivendicare la paternità di questo progetto agli stessi lavoratori Leuci che l’hanno ideato  e che lottano da anni per la sua realizzazione.

I lavoratori Leuci hanno steso una lettera, che riportiamo, che ripristina la verità delle cose:

DOPO L ‘ULTIMO INCONTRO AVVENUTO MERCOLEDI 12 MAGGIO NELLA SEDE DELLA PROVINCIA  E DOPO LE NOTIZIE APPARSE SUI QUOTIDIANI, VORREMMO ANCHE NOI, PARTE PRIMARIA IN CAUSA IN  QUESTA VICENDA , ESPORRE IL NOSTRO PUNTO DI VISTA E FARE QUALCHE VALUTAZIONE.

DOPO UNA LUNGA ED ESTENUANTE TRATTATIVA CHE HA AVUTO INIZIO NEL MESE DI OTTOBRE 2009 SI E’ GIUNTI  ALLA FIRMA IN SEDE CONFINDUSTRIALE DI UN ACCORDO,POI PRESENTATO PRESSO  IL “TAVOLO PROVINCIALE” SOPRACITATO, CHE PREVEDE IL CONTRATTO DI SOLIDARIETA’ PER CIRCA 70 LAVORATORI E, CONGIUNTAMENTE A QUESTO, UN ACCORDO DI CASSA IN DEROGA E MOBILITA’ PER ALTRI 15.

PER I  LAVORATORI “IN SOLIDARIETA’” E’ PREVISTO CHE ALCUNI  LAVORINO L’80% DELLE ORE GIORNALIERE, CIRCA  55  AL 50% CON ROTAZIONE DI DUE SETTIMANE,  ALTRI CIRCA 15 LAVORINO AL 100%.
PER UNA PIU’GIUSTA ED EQUA  DISTRIBUZIONE DEL LAVORO E DEL SALARIO ABBIAMO ANCHE PREVISTO UNA SOSTANZIALE REGOLAMENTAZIONE DEI POSSIBILI “RIENTRI LAVORATIVI”, VISTO CHE NELL ULTIMO PERIODO SONO STATE FREQUENTI LE  RICHIESTE IN TAL SENSO DA PARTE DELL’ AZIENDA.

IL DATO CENTRALE,IN QUESTA FASE, PER VALUTARE L’ACCORDO RAGGIUNTO E’RAFFRONTARE LE PESANTISSIME INTENZIONI INIZIALI DELL’AZIENDA CHE PREVEDEVANO UN TAGLIO RADICALE DELL’ATTIVIA’ PRODUTTIVA  DA  CIRCA 100 A 30 UNITA’,  SANCENDONE SOSTANZIALMENTE LA CHIUSURA.

VISTI ANCHE I TEMPI DI CRISI GENERALIZZATA CHE STIAMO ATTRAVERSANDO,RITENIAMO IMPORTANTE IL RISULTATO CHE DI FATTO SALVA,ALMENO PER ORA, 85 POSTI DI LAVORO ED ACCOMPAGNA GLI ALTRI 15 ALLA PENSIONE.

SAREBBE PERO’ UN ERRORE CROGIUOLARSI SU  DI UN ACCORDO PIU’ CHE DIGNITOSO , RISCHIANDO DI CONSIDERARE QUESTO PERIODO D I CONTRATTO DI SOLIDARIETA’ “UN’AREA DI PARCHEGGIO” INVECE CHE UN “TEMPO ATTIVO E DI SPINTA” PER  PORRE LE PREMESSE DI UN RILANCIO CHE ASSICURI UN FUTURO EFFETTIVO.

DEL RESTO E’ QUESTA  DA SEMPRE LA  “FILOSOFIA” CHE HA CONTRADDISTINTO LA NOSTRA LUNGHISSIMA LOTTA :  NON RASSEGNARSI ALLA SOLA “GESTIONE DELLA RIDUZIONE DEL DANNO” RICORRENDO SOLTANTO AGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI, PUR NECESSARI.

VORREMMO INFATTI RICORDARE( ELEMENTO IMPORTANTE) CHE QUESTA NOSTRA VICENDA SI TRASCINA ORMAI DA CIRCA QUATTRO ANNI, ED  IN OGNI MOMENTO CI HA VISTI PROTAGONISTI CON MOLTE  INIZIATIVE DI VARIO GENERE,COME CERTO SI RICORDERA’.

UNA DI QUESTE E’ STATA FONDAMENTALE PER IL PERCORSO CHE CI HA PORTATI FIN AD
OGGI, ED E STATO L’OTTENERE DA PARTE DEL PRECEDENTE SINDACO E DALL AMMINISTRAZIONE COMUNALE CON UN CONSIGLIO STRAORDINARIO, IL MANTENIMENTO DELL AREA AD USO INDUSTRIALE, PER RIDURRE POSSIBILI RISCHI DI SPECULAZIONI EDILIZIE SULL’ AREA LEUCI, VISTO CHE SI STAVA VERIFICANDO UN GRAVE E COSTANTE SVUOTAMENTO DELL ATTIVITA’ ALL’ INTERNO DELLA FABBRICA, SIA PRODUTTIVO CHE PROFESSIONALE. QUESTO ERA INFATTI QUELLO CHE CONTINUAVAMO A REGISTRARE  CONCRETAMENTE ,IN CONTRADDIZIONE AL DICHIARATO ENTUSIASMO  PRODUTTIVO  INIZIALE CON CUI SI ERANO PRESENTATI I NUOVI PROPRIETARI.

VEDEVAMO PROFILARSI SEMPRE PIU’ QUELLO  SCENARIO IPOTIZZATO DA NOI E DAL SINDACATO  RIGUARDO IL VERO MOVENTE DELL’ACQUISIZIONE, CIOE’ LO SFRUTTAMENTO DELLO STORICO MARCHIO ITALIANO “LEUCI” E DEL SUO MERCATO, E NON DA ULTIMO IL BUSSINESS IMMOBILIARE.
ABBIAMO QUINDI,COME GIA’ SOPRA EVIDENZIATO, DECISO DI NON ACCETTARE PASSIVAMENTE LA SITUAZIONE  ACCONTENTANDOCI DI GESTIRE I SOLITI E SOLI AMMORTIZZATORI SOCIALI MA  CERCANDO DI ESSERE  CONTINUAMENTE PROPOSITIVI ED INCALZANTI. COME LAVORATORI E CITTADINI “PENSANTI” APPELLANDOCI ,NON SOLO DI MANIERA, ALLA NOSTRA COSTITUZIONE CHE PONE IL LAVORO ALLA BASE DELLA CONVIVENZA CIVILE E SOCIALE, ABBIAMO
RICHIAMATO TUTTI ALLE LORO RESPONSABILITA SOCIALE, IN PRIMIS IL NOSTRO DATORE DI LAVORO,L’ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI E  LE VARIE ISTITUZIONI.
CON IMPEGNO E DETERMINAZIONE ABBIAMO E STIAMO SPINGENDO ,GRAZIE ANCHE ALL’AZIONE PREZIOSA E DETERMINATA DEL SINDACATO E DI ALTRI ATTORI TERRITORIALI, IN PARTICOLARE DEL POLITECNICO,PER TENTARE DI CONCRETIZZARE QUELLA CHE E’ ORMAI NOTA COME  “SECONDA GAMBA.”,CIOE UN PROGETTO  INNOVATIVO  INTEGRABILE CON L’ATTUALE ATTIVITA’ CHE POSSA DAVVERO GARANTIRE IL FUTURO  DEI LAVORATORI  DELLA LEUCI E RAPPRESENTARE NEL CONTEMPO UN SEGNALE FORTE D’INVERSIONE DI TENDENZA PER TUTTO IL TERRITORIO.
PUR NON ESSENDO IMPRENDITORI AVEVAMO COMINCIATO, GIA’ ALCUNI ANNI FA, A SUGGERIRE, CONGIUNTAMENTE  ALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI, ALCUNE ATTIVITA’ DI QUELLE CHE OGGI VENGONO DEFINITE “GREEN ECONOMY “,IN PARTICOLARE LA COSTRUZIONE DI PANNELLI FOTOVOLTAICI, O APPARECCHIATURE ATTINENTI AL RISPARMIO ENERGETICO IN AFFINITA’ CON IL NOSTRO SETTORE, QUALI LA PRODUZIONE DI  APPLICAZIONI E COMPONENTISTICA   LED.
A CHI LEGGE OGGI QUALCHE QUOTIDIANO PUO’ SEMBRARE UN PERCORSO SEMPLICE, MA HA RICHIESTO INVECE E CONTINUA A RICHIEDERE TANTISSIMO IMPEGNO, ANCHE PERCHE’ LA PARTITA E’ ANCORA APERTISSIMA!

UN ELEMENTO IMPORTANTE SI E’ REGISTRATO QUANDO IL  NOSTRO DATORE DI LAVORO SIG. PISATI, GRAZIE AD UN COSTANTE PRESSING COMPLESSIVO PRODOTTO,  SI E’ DETTO  SOSTANZIALMENTE  NON CONTRARIO ALLA  MESSA  A  DISPOSIZIONE DI PARTE DELL’ AREA PER UN EVENTUALE NUOVO INSEDIAMENTO  PRODUTTIVO IN AFFIANCAMENTO ALL’ATTUALE. QUESTO CI HA PERMESSO DI ESSERE PIU’ CONCRETI PER LA RICERCA SIA DI UN NUOVI PRODOTTI CHE DI QUALCHE “ILLUMINATO” IMPRENDITORE !

PENSIAMO CON QUESTO SCRITTO D’AVER DATO MAGGIORI ELEMENTI DI CONOSCENZA DEL PERCORSO PASSATO MA ANCHE DI CIO’ CHE CI STA DAVANTI, CONTRIBUENDO CONTEMPORANEAMENTE AD UNA MAGGIORE E PIU’BILANCIATA RICOSTRUZIONE DEGLI APPORTI ATTIVI E DI SPINTA CHE SI SONO SUCCEDUTI.
LA  NON RASSEGNAZIONE E DETERMINAZIONE DEL MONDO DEL LAVORO PUO’ COSTRUIRE QUESTI SPIRAGLICI DI FUTURO MA SOLO LA DISPONIBILITA’ EFFETTIVA DEI VARI ATTORI IN GIOCO POTRA’ CONSENTIRE DI  CONCRETIZZARE UN SEGNALE D’INVERSIONE FORTE NON SOLO PER LEUCI MA PER TUTTO IL TERRITORIO.

SU QUESTO ABBIAMO REGISTRATO CON PIACERE NELL’INCONTRO DEL  12 MAGGIO IN PROVINCIA UNA DISPONIBILITA’ DI FONDO DEI VARI ESPONENTI PRESENTI.

VIGILEREMO  E CHIEDIAMO A TUTTI DI VIGILARE PERCHE’NEL CONCRETO IL PERCORSO INDIVIDUATO PONGA LE BASI PER UNA  EFFETTIVA CONTINUITA’ E RILANCIO PRODUTTIVI E ,RIPETIAMO,UN TANGIBILE ESEMPIO DI DIVERSIFICAZIONE INNOVATIVA PER TUTTA LA NOSTRA ZONA.

GLI RSU DELLA LEUCI

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La vertenza:

La Leuci è un’azienda storica del lecchese produttrice di sorgenti luminose. Nata nel lontano 1919  rappresenta  in modo crescente la produzione italiana di lampade di qualità consacrata anche dalle prime pionieristiche trasmissioni televisive a difesa del consumatore come leader “qualitativo” nel mondo. Arriva a dar lavoro a circa 600 dipendenti e, grazie alla continua evoluzione tecnologica, a produrre annualmente ben 140 milioni di lampade  di svariati tipi.

A partire però dalla fine degli anni 90 registra difficoltà di mercato a cui cerca di far fronte iniziando alcune diversificazioni produttive contemporaneamente ad una graduale riduzione di personale, mai comunque in forma “traumatica” e cioè non rimpiazzando i pensionati e con qualche ricorso agli ammortizzatori sociali.

Nel 2006 al momento della vendita a  Pisati ( patron della L.C. Relco spa con pacchetto azionario di maggioranza detenuto da una Holding lussemburghese ) e soci, costituitosi in un’apposita società Trident, la situazione è delicata ma tutt’altro che compromessa come certificato anche da una riclassificazione del bilancio appositamente commissionata dal sindacato : “… non ci sono però situazioni ad un punto critico.”.

I nuovi detentori del pacchetto di maggioranza della Leuci, immediatamente ”sondati” dalle Rsu e dal Sindacato preoccupati dalle caratteristiche dell’operazione, dipingono uno scenario entusiastico dell’italianità e qualità dell’azienda impegnandosi anche per iscritto ad un rilancio per “ il mantenimento del proprio ruolo primario in Europa quale produttore di lampadine e di apparecchi illuminanti…”. Si promettono iniezioni di capitali freschi ( 5 milioni di euro) , una riorganizzazione interna ed una efficace ristrutturazione sia della rete di vendita che d’ acquisto. Invece con una serie di scelte più o meno motivate da una presunta ricerca d’efficienza, nei fatti si registra un graduale svuotamento del patrimonio professionale e la disarticolazione importanti settori aziendali ( logistica, programmazione, componente tecnica…). In cifre, a fronte di ripetute affermazioni di Pisati circa la sua non volontà di procedere a dei licenziamenti, si passa in 3 anni dai 250 dipendenti “ereditati” ai 130 attuali e da 90 milioni di lampade prodotte ai 20 milioni dell’ultimo anno lasciando nei fatti languire le diversificazioni iniziate e mai concretizzando alcuni progetti annunciati e sottoscritti di riconversione parziale in vista della messa al bando graduale delle lampade ad incandescenza già previste nel mercato europeo.

Arrivando velocemente ai giorni nostri, a luglio l’azienda ribadisce attraverso l’Unione Industriali la sua intenzione di procedere alla richiesta di un’ulteriore percorso di cassa integrazione in deroga in attesa di sviluppi poi, subito dopo le ferie, comunica con un repentino voltafaccia che in Leuci ci sarà posto solo per

28/30 persone rispetto alle attuali 100/130. E’ una vera e propria dichiarazione di chiusura vista anche la sproporzione tra area industriale “impegnata” e numero di addetti  che si profila.

Inoltre Pisati ribadisce ciò che negli ultimi tempi aveva già detto e cioè cheinvestimenti per riconversioni e diversificazioni lui non può e non vuol farne. Nel frattempo il sindacato scopre sul Web di suoi cospicui investimenti ( 1 milione di euro per 5 puledri ) nel settore ippico di  cui è appassionato e… l’indignazione sale alle stelle !

Sembra concretizzarsi così lo scenario da sempre ipotizzato da lavoratori, rsu e sindacato riguardo il vero “movente” sotteso all’acquisto di Leuci e cioè lo “ sfruttamento” del prestigioso marchio e dell’italianità a fini d’esclusiva importazione di prodotti da commercializzare  ed il business immobiliare su un’appetibile area urbanistica “liberandola” attraverso un graduale “mascherato” svuotamento dall’attività manifatturiera.

Metodi di lotta:

La lotta dei lavoratori  dura da quasi tre anni e li ha visti protagonisti di molteplici metodi di lotta “tradizionali” come innumerevoli picchetti davanti alla fabbrica, cortei, scioperi ma anche di metodi “innovativi” come il presidio fuori dal teatro della Società di Lecco l’11 Novembre scorso  in occasione della serata finale del Premio letterario “Alessandro Manzoni – città di Lecco”: gli operai in quella occasione riuscirono ad entrare e a leggere dal palco un appello per salvare la fabbrica; oppure l’interessante “mail bombing” nel quale veniva quotidianamente bombardata di mail la casella di posta elettronica di Pisati rendendola intasata e inutilizzabile.

Gli operai della Leuci hanno inoltre scritto e inviato lettere all’Onorevole Piero Fassino, al senatore Ignazio Marino e all’Arcivescovo di Milano (di cui si puo scaricare il testo)  e con una forza e una costanza straordinarie hanno presenziato e sensibilizzato con testimonianze e volantinaggi ad innumerevoli iniziative sul territorio.

Primi risultati parziali:

L’eccezionale lotta intrapresa ha portato alcuni risultati iniziali: infatti il 6 Maggio 2010 è stato firmato il contratto di Solidarietà: questa la situazione dei 130 dipendenti: 30 sono già in uscita assistita, 15 avranno la cassa integrazione in deroga, mentre gli altri 85 usufruiranno del contratto di solidarietà .

Tuttavia i lavoratori della Leuci non si accontentano di “salvare il salvabile” ma intendono rilanciare la produzione alla Leuci per creare nuovi posti di lavoro; hanno infatti elaborato con l’aiuto di Giancarlo Giudici, docente di Finanza Aziendale del Politecnico di Milano, un piano di riconversione della produzione verso settori piu competitivi. A breve notizie sugli esiti…

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Ecco i testi scaricabili delle lettere inviate dai lavoratori della Leuci:

lettera dal mondo del lavoro 2

Alla cortese attenzione del senatore Ignazio Marino

Alla cortese attenzione dell’onorevole Piero Fassino

Eminenza

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Altre immagini di lotta dalla Leuci:


2 pensieri su “LEUCI di Lecco

  1. la verità è ed era un’altra, la Leuci non è mai stata nel mirino di espansione ma di acquistare un buon lotto di terreno, un marchio e vendere i macchinari… almeno è quello che si poteva capire, infatti ora ci sono piani regolatori comunali con progetti per condomini di lusso e mini centro commerciale, la Leuci come Alfa Romeo, i loro terreni e luoghi sacrificati per un centro commerciale da posti produttivi a posti di lucro… e l’Italia perde lavoro… forse sarebbe da valutare anche la situazione comunale, sento puzza di bruciato…

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